venerdì 29 giugno 2018

Che ne sarà di me?






Mentre mi godo qualche giorno di ferie in attesa dei concorsi per le specializzazioni mediche mi chiedo che ne sarà di me.  E siccome so quanto mi mancherebbe questo mare, stavo pensando ad una soluzione alternativa per non abbandonarlo: ho trovato @unipegaso_it l'Università telematica che, con 70 sedi su tutto il territorio, permette di continuare la propria formazione anche se si lavora, o semplicemente non ci si vuole spostare da casa.  


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martedì 5 giugno 2018

Fimmina di Casa


"FIMMINA DI CASA- di Andrea Furnari.





Non è la prima volta che mi succede di vedere una fotografia che mi comunichi una suggestione, fotografie che a volte raccontano una storia.

Mi immagino una domenica tersa di giugno, il frinire delle cicale che spesso si fanno sentire nelle ore più calde, il tintinnio delle posate che urtano delicate i piatti, il profumo del sugo appena fatto, e delle melanzane fritte (che domenica sarebbe senza), delle mani raggrinzite dal tempo che pizzicano le foglie di basilico, e delle altre che stirano sapientemente la tovaglia sul tavolo del patio.
Immagino che quelle mani abbiano tanto da raccontare, immagino siano mani che hanno lavorato una vita e che non si sono risparmiate tagli e ferite, il lavoro che oggi le rende ruvide ma che non mancano mai di donare una carezza ai nipoti che affolleranno chiassosamente casa poco dopo il rito della "cunzata" del tavolo. 
Immagino che quelle mani si siano intrecciate che erano poco più che ventenni e che si siano trovate distanti decine di volte, per poi riavvicinarsi, perché così è l'amore: è man-tenersi. 
IL CUORE ALTROVE- di Andrea Furnari.

Le mani che stanno stirando le pieghe di una tovaglia, mi raccontano decine di altre immagini, di una passeggiata mano nella mano che dura una vita, che trova il culmine in quelle domeniche, in cui la nonna cucina per tutti.

Mi raccontano di "Fimmini di Casa", che hanno portato avanti le famiglie per venti, trenta a volte quarant'anni nei casi più fortunati anche di più, quelle che voi uomini avete pensato vi fossero subordinate e sottomesse, senza le quali non sareste stati in grado nemmeno di "Sciusciarivi u nasu", quelle donne hanno fatto la loro dichiarazione di indipendenza attraverso le loro figlie e poi le loro nipoti. Il segnale del tempo che passa al quale molti ancora si devono abituare.
Una donna "indie", credetemi sa meglio di tutti come fare la fimmina di casa. 
Le donne "indie", sono quelle che per anni di domenica hanno fritto melanzane per tutti, e che vi hanno insegnato ad amare, e rispettare e corteggiare le donne, solo che voi nel frattempo lo avete dimenticato.

Io dietro certe foto ci vedo delle storie, e dietro quelle storie ci vedo il fallimento della nostra generazione, e ancora di più di quella dei nostri genitori di uno stuolo di madri che ha educato delle donne agguerrite e intelligenti, non raccontando di quanto però gli uomini si spaventino di loro, perché delle altre madri hanno imboccato i figli fino a trenta a volte quarant'anni non dicendogli mai cresci, ma rimboccandogli le coperte, e portandogli il caffè a letto, crescendo degli inabili emotivi (e mi dispiace dirlo,  non solo emotivi).

In una foto con una fimmina di casa, ci vedo la famiglia e l'odore del pranzo domenicale e il pippiare del sugo sul fuoco, ma questo lo sto solo immaginando.

Quello che si vede nella foto è una donna anziana che stira con sapienza una tovaglia aiutandosi con le mani, da sola. 
Ma più di ciò che si vede mi piace ciò che non si vede, il nonno che sta forse supervisionando in cucina sperando che non si bruci nulla, o che magari ha sulle gambe il più piccolo dei nipoti a cui sta raccontando una storia fantastica.

Mi piace pensare che dopo aver finito di "cunzare la tavola" arrivi il momento di mettersi su una poltroncina al fresco riparo di qualche albero, con un libro, e che le nipoti si siedano tutte intorno ad ascoltare le parole stampate su quelle pagine ingiallite, mentre gli uomini, in un angolo guardano con incredulo stupore i tempi che cambiano, provando con fatica a stare al passo, e se saranno fortunati, troveranno una donna che li terrà per mano, che per amore rallenterà, aspettandoli.

A MANO A MANO - di Andrea Furnari.

“Il volersi bene si costruisce. Ma l’amore quello vero, no. L’amore lo senti immediato, non ha tempo. É dire “ti sento”. Un contatto di pelle, un abbraccio, un bacio. Mantenersi, il mio verbo preferito, tenersi per mano. Ti può bastare per la vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è folle, sempre e comunque.” 
― Erri De LucaI pesci non chiudono gli occhi


Le fotografie sono state realizzate e condivise per gentile concessione, dall'occhio sensibile dell'artista a tutto tondo e amico insostituibile : Andrea Furnari.