venerdì 20 gennaio 2017

Cu vivi sulu s'affuca!

Ieri sera sono stata con una delle mie più care amiche, prima un aperitivo con tante chiacchiere e poi a sentire un gruppo che cantava le canzoni del nostro cantante preferito (Ligabue) e abbiamo riso un sacco, io avevo avuto una giornata strana di quelle che ti parte un po' loffia. 
Tornando a casa ho dato due calci alla lampadina che fa falso contatto sulla targa della macchina ma niente quella stronza non voleva proprio sapere  di riaccendersi. Così un po' urtata e con un gran mal di testa sono tornata a casa.
Ho scaldato la borsa dell'acqua calda, una di quelle cinesi ma che tengono di un caldo pazzesco, ho letto la fine del caso clinico sul libro dì Sacks "l'uomo che scambiò sua moglie per un cappello " e mi sono addormentata.
Non ho sognato, la mattina suona "girl" dei Beatles perché è la suoneria della mia sveglia e ricevo una telefonata con la voce ancora impastata dal sonno rispondo e provo a dire cose sensate, mi alzo divoro un cornetto e prendo una pillola per il mal di testa, perché cavolo , mi stava per esplodere. 
Faccio una passeggiata verso il centro, con la musica nelle orecchie, respiro piano piano e il sole fa il resto, il mal di testa pare scomparso incontro una piccola donna speciale a cui voglio tanto bene, prendiamo un caffè e una spremuta e ridiamo insieme, alla fine della mattina torno a casa e mi dico che cavolo faccio sola? Così chiamo il mio fido compagno palermitano e gli dico "Tato posso venire a studiare da te?" e lui ma "hai bisogno di chiedere? Ti aspetto. Qua sei a casa tua".
Così preparo uno zaino metto dentro le cose essenziali e vado, studio tutto il pomeriggio un odioso riepilogo di proteine enzimi e acidi nucleici, quanto tempo perso, penso, ma devo farlo, penso a quanto mi sono divertita con la mia  amica e penso a quando faremo insieme il tatuaggio con due bambine che parlano al telefono fatto con un bicchiere e un filo, e sorrido. 
Vado a fare la spesa con Tato e prendiamo due birre e delle piadine, una cena da fare impallidire chef Rubio e unti e bisunti, e chissenefrega se non è gourmet, siamo insieme ridiamo e mangiamo, e guardiamo un film di quelli che più  idioti non si può ma non tratteniamo le risate.
È da stamattina che ci penso, da quando mi sono svegliata, dopo boh 50 messaggi vocali scambiati  con le persone a cui voglio bene su WhatsApp, dopo una giornata non storta però un po' grigia, penso che la felicità è proprio difficile da riconoscere eppure ci sfiora e accarezza tante volte in una giornata ma fin quando  sono stata sola non me ne sono proprio accorta, i miei momenti  di felicità sono stati tanti nelle ultime ore e tante le risate, in quell'aperitivo, in quel concerto , nella mia spremuta vicino giurisprudenza, nelle Piadine e in una birra in due, i momenti in cui non ero sola, perché la felicità non è niente se non è condivisa ti passa accanto e nemmeno te ne accorgi, perché che me ne faccio della casa da sola, della camera con vista se poi mi affaccio senza poter dire a nessuno guarda che spettacolo, del vino migliore della toscana se lo bevo sola, che poi lo sanno tutti cu vivi sulu s'affuca. Quindi amici miei ridete , gioite e mangiate cose schifose , imbrattatevi le mani ma  assicuratevi che ci sia sempre qualcuno a cui poter biascicare con le mani oleose e il boccone non ancora nel "cannarozzo" .....che mi passi un tovagliolo? 
Perché "se la magia più grossa gli è successa in casa sua , con il suo cane per pubblico, per una magia così diceva val la pena vivere" ma non ci sarà nessuno a batterti le mani con i lucciconi, e correrti ad abbracciarti avrai vissuto solo a metà... e a me piace vivere il doppio.
Buona notte amici  miei!

C'è un'Ape che se posa 
su un bottone de rosa: 
lo succhia e se ne va...
Tutto sommato, la felicità 
è una piccola cosa. 
Trilussa.

Nessun commento:

Posta un commento