di solito questo spazio è utilizzato per ridere, per prendere un pò in giro i rari esemplari di maschio italico rimasti ancora in circolazione, e per riflesso anche noi donne.
Oggi mi sento in dovere di utilizzarlo per una brevissima riflessione, prima di tornare alle solite cose da "cazzara" che scrivo.
Come sempre mi aggiro assonnata ed anche un pò annoiata sui social, e da qualche giorno assisto impotente e anche un pò arrabbiata, a dire il vero, ad una serie di dichiarazioni di personaggi più o meno importanti che riguardano la mia Amata Sicilia.
Ora vedete, da Siciliana so benissimo quali sono le cose che in casa mia non funzionano, lo so bene, per altro io sono Agrigentina, mica una siciliana qualunque, vivo nella condizione di essere una isolata nell'isola, che è quanto di più complicato ci possa essere da un punto di vista sia logistico che psicologico.
Quando però leggo di qualche sedicente nordico, che si chiede dove sia Agrigento addirittura dubbioso sul fatto che Agrigento possa ubicarsi entro i confini italiani o meno (il che diciamo mi lascia turbata non solo per la battuta di cattivo gusto ma per le sue scarsissime conoscenze geografiche) e se per raggiungerla possa servire il canotto (che forse gli sarebbe piaciuto utilizzare per prendere la tintarella visto che nella dotta Bologna il mare lo vedono col binocolo), e ancora più perplessa quando il procuratore capo del capoluogo friulano, che si occupa di una triste vicenda di infanticidio, dichiara quanto segue "Ripeto sono perplesso di come una cosa del genere sia potuta accadere di questi tempi in una famiglia triestina. Forse poteva succedere in una Sicilia degli anni ’40. Veramente sono perplesso e mi addolora anche il fatto che sia potuto avvenire in una città civile come questa."
Ora, per carità nessuno mette in dubbio di quanto sia avanti la città friulana, ma vorrei far notare che noi siciliani, siamo gente per bene, siamo persone civili,sicuramente molto più pazienti dei padani perché nonostante l'arretratezza infrastrutturale a cui siamo costretti, riusciamo comunque a cavarcela, siamo persone per bene da molto prima degli anni '40 citati e usati come metro dal procuratore, perché eravamo il motore industriale del paese quando i piemontesi hanno fatto incetta dei nostri beni per risollevare un Nord che era poco più che una palude, e siamo il vero cuore culturale del bel paese da circa 2000 anni considerando greci, arabi, normanni e anche gli spagnoli, siamo crocevia di culture da tempo immemore, siamo dei magnifici bastardi insomma.
Siamo la terra di Quasimodo, Sciascia, Pirandello, Camilleri, Giuseppe Tommasi di Lampedusa, Vitaliano Brancati, Vincenzo Consolo.
Siamo la terra di Guttuso e Antonello da Messina, di Archimede e di Empedocle.
Siamo la terra di Franco Battiato, di Carmen Consoli e di Rosa Balistreri.
Siamo la terra del secondo stato, della mafia, ma per nostra fortuna siamo anche la terra di Livatino, Chinnici, Caponnetto, Falcone e Borsellino, Rostagno, Grassi, Piersanti Mattarella, Anna Atria e oggi più che mai siamo la terra Giuseppe Impastato.
Siamo la terra di tanti che al mattino si svegliano presto e vanno a lavorare proprio come quelli del civile nord, e che a volte la domenica nonostante sia giorno di riposo quelle stesse persone si alzano per andare ad aiutare chi è meno fortunato di noi e arriva in Sicilia dall'Africa, invece che alzare muri fisici e mentali.
Nella Sicilia degli anni '40 non sarebbe mai potuto succedere quello che è successo a Trieste perchè la nostra è una società matriarcale le donne sono madri e mogli e capi famiglia, e regine della casa e oggi anche donne indipendenti e ottime e infaticabili lavoratrici e i figli sono sacri.
Nella Sicilia del 2017 quelli coi gommoni noi li aiutiamo, sia che vengano dalla vicina mamma Africa, che dalla lontana e dotta Bologna.
Credo che pesi una sorta di pregiudizio su di noi, per cui veniamo additati come omertosi a prescindere. Invece no: bisogna distinguere tra esercito silente omertoso ed esercito silente impotente, che è quello che guarda sempre la ghirlanda dello Stato con su scritto "assente". Non voglio fare la siciliana vittimista, ma plaudire chi sente una profonda indignazione, chi continua a restare in Sicilia, perché nutre la speranza in un cambiamento, vede la bellezza che lo circonda. Tuttavia non posso dimenticare che siamo vittime di un negazionismo per cui sentiamo ancora dire che la mafia non esiste. Negando le bruttezze finiamo per coltivarle. Ma è anche vero che nessuno come il siciliano ama la sua terra, perché è capace di vederne la bellezza. Io per prima. Sono figlia di un siciliano che ha lavorato sodo e che è stato un grandissimo esempio di cittadino italiano. Ecco, vorrei che venissero sottolineati gli aspetti eroici delle persone comuni che abitano la Sicilia e che fanno parte del nostro esercito silente. (Carmen Consoli)
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