giovedì 9 aprile 2020

Voglia di Dance All Night, dalla quarantena Giovedi 9 Aprile

Ero tutta assorta nella lettura di "Io sono la bestia" di Andrea Donaera (NNEdizioni), che ho preso e lasciato, stamattina mi sono detta è arrivato il momento di terminarlo.




Mia sorella si è improvvisata parrucchiera e salvatrice delle ricrescite di tutta la famiglia, mi padre ci guarda divertito, oggi è il turno di mamma, ieri è stato il mio, ho la piega fatta e un colore nuovo e lucido.
Mentre era intenta ad applicare il colore, rigorosamente dalle radici, mi dice:
«Metti un pò di musica è il momento di condividere, tra coinquilini si condivide» la guardo un pò infastidita e cedo alla sua richiesta, trovo una canzone dance che so che l'avrebbe fatta sorridere, la metto e do il via a un deejay set anni Novanta che ci ha fatto ridere cosi tanto che sono riuscita a liberare anche le lacrime.
Da Gabry Ponte a Gigi d'Agostino a cantanti che ho totalmente dimenticato ma che sono stati il tormentone delle mie serate estive da adolescente e il tormento dei miei genitori che ovviamente subivano le mie paturnie adolescenziali. Non mi sembra vero che siano passati vent'anni. 
Girovagando negli anni '90 mi sono imbattuta nei Green Day, negli Oasis (che oggettivamente sono portentosi ancora ora), un sacco di band dalle Spice Girl alle immancabili boy band tutte ovviamente scomparse.

(per chi volesse ascoltare la playlist pop)

(Per i più temerari, la playlist Dance)

Così la cucina è diventata un salone anni'90, ho pensato alle mie amiche e ai nostri giri in scooter, con qualsiasi condizione climatica immaginabile. 
Le amiche di allora sono le stesse di oggi, amicizie ultra-ventennali, che hanno resistito alla musica discutibile (eufemismo), a qualche scossone dovuto al tempo che passando ha plasmato i nostri caratteri, alle distanze che continuano fisicamente a separarci.
E così ci sentiamo al telefono e su what's app, qualche video-chiamata, vedo crescere una nipotina in foto e programmo i miei fine settimana post isolamento immaginandomi con loro, sognando un viaggio che non abbiamo mai fatto insieme in 20 anni, pensando di tornare a passeggiare nelle strade di Pisa ed incontrare vecchi amori passeggiando sul Lungarno.

Penso alle parole che avrei dovuto dire e non ho mai pronunciato, agli incontri che ho evitato e quelli che avrei potuto evitare in questi anni, a quelli che ho immaginato e sogno da tempo e che ogni tanto fanno capolino nelle notti in cui dormo beatamente.
Finalmente ho finito la nuova revisione del mio libro e adesso aspetto il responso della mia editor, in quelle pagine, raccolgo parte delle cose che una volta pubblicato il libro vorrei fare.

A proposito di sogni, ne ho ancora tanti da realizzare e quando pensi che tutto sia fermo che non si muova più niente il destino mi fa arrivare una telefonata  che mi mette davanti a tutti i miei "farei" e "vorrei" e così piena di entusiasmo ho affrontato la giornata di oggi, così:

Vivendo.


Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: 
uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere. 
(Dalai Lama)



sabato 4 aprile 2020

Silenzio dalla Quarantena,Sabato 4 Aprile 2020.

Oggi finalmente c'è il sole, sono riuscita a fare yoga in balcone, scaldata dal tepore della primavera.

C'è silenzio.

C'è così silenzio che riesco a sentire nitidamente la voce dell'annuncio della stazione bassa di un treno in arrivo, cosa che in tempi normali è praticamente impossibile, visto che il quartiere dove vivo è attraversato da diverse arterie cruciali della viabilità cittadina, che si traduce con strombazzate moleste a qualsiasi orario.
Le campane della chiesa pure quelle si sentono bene, qualche sirena, ma per fortuna niente di straordinario. 

Mi impressiona alzare gli occhi e vedere il ponte completamente vuoto, come fosse una domenica sonnecchiante, solo che per ora è domenica ogni giorno.

L'agenda mi ricorda una serie di incontri che stanno saltando, quello sulle donne, quello su Danilo Dolci (ieri lo ha menzionato Saviano a Propaganda Live), quello di oggi, su una agrigentino che non c'è più e sarebbe stato ricordato dagli amici che hanno scritto per lui un pò di lettere, raccolte da sua mamma in un libro.

Vorrei scrivere anche io qualche lettera, a mano, imbustarla e spedirla come si faceva negli anni novanta con i "pen friend", ve li ricordate? 

Ho guardato una serie di soluzioni per arredare il mio balcone, prenderò tante piante appena sarà possibile, sperando che col pollice nero che ho non vadano incontro a morte in breve tempo.
Comincerò a comprare i fiori per i tavoli di casa, qualche quadro per ingentilire le pareti bianche e le tende.

(Mi piace il verbo ingentilire)

Mi sto dedicando ai libri arretrati, al mio libro che è quasi pronto, alla musica che non avevo tempo di ascoltare e a quella che avrei voluto ascoltare di più, sto guardando vecchi film, smaltendo la lista delle cose da vedere su Netflix, ovviamente non manca Disney+.

Vorrei tornare a viaggiare e vorrei farlo più spesso, voglio vedere Napoli e Lisbona e se sarà possibile andare in qualche isoletta sperduta. 
Vorrei tornare a Pisa che mi manca sempre, già che ci sono vorrei vedere i campi di girasoli, vorrei andare a Siena e fare un giro per cantine (cosa che non ho mai fatto negli anni vissuti in Tosana), il tutto passando per Palermo, che ve lo dico a fare.

Mi chiedo come saremo una volta usciti da casa, i soliti merdosi egoisti?

Smetteremo di avere paura dell'amore?

Troveremo il coraggio di ribaltare il tavolo e spendere bene il nostro tempo?
Ho pensato di iscrivermi a Lettere.

Lo avete capito cosa intendevo dire ogni volta che scrivevo di dare valore al vostro tempo? Di considerarlo come il più prezioso dei doni?
Avete capito perché avevo smesso di fare le cose "perché mi pare male"? 

Il sole di oggi mi fa osservare la città ovattata nel silenzio, mi mancano le mie amiche, le loro risate fragorose, i nostri abbracci, pochi ma buoni, mi manca la mia ora di tennis, e allenarmi in palestra, mi manca andare a lezione di medicina d'emergenza, mi manca andare a Roma e mi mancano i miei colleghi della scuola di medicina estetica.
Mi manca scendere da casa e andare in centro a piedi per fare l'aperitivo, salutare qualche conoscente che mi sta simpatico, e che mi piacerebbe conoscere meglio.
Mi manca andare al ristorante, sentire il profumo dei manicaretti cucinati dagli chef, le risate dei tavoli vicini, la musica ambient di sottofondo.
Mi manca il profumo del mare.

C'è odore di soffritto, chissà che cosa cucina la mia vicina che ha interrotto la mia lezione di yoga stamattina per raccontare da balcone a balcone la ricetta delle arancine.

Ho conosciuto il silenzio
delle stelle e del mare,
il silenzio dei boschi prima che
sorga il vento di primavera.
Il silenzio di un grande amore,
il silenzio di una profonda pace dell’anima
Il silenzio tra padre e figlio
e il silenzio dei vecchi carichi di saggezza
(Edgar Lee Masters)


mercoledì 1 aprile 2020

Le mani devono amare.

E' arrivato il primo giorno di aprile, mi alzo, quest'anno lo scherzo lo hanno architettato bene. 
Fuori c'è un silenzio che ovatta da giorni tutti noi, le nostre città, io comincio ad abituarmici. La casa si sveglia piano, odore di caffè, mi alzo e lentamente mi trascino in cucina, mi fanno male le gambe "un avia chiffari" mi dico tra me e me pensando agli squat fatti due giorni fa e che si fanno ancora sentire.
Ho finito di revisionare la terza stesura del mio libro, dovrei rivedere il narratore, ed ancora non sono riuscita a dare bene voce ai miei pensieri, non mi riesco a concentrare.
Ho avuto tempo per pensare che forse dovrei inseguire il sogno di lettere, così a tmpo perso. Che in fondo la medicina non si offende se riprendo i libri in mano per diletto.

In questi giorni mi sono capitate tra le mani delle vecchie , vecchissime e-mail, di quasi dieci anni fa.
In quelle e-mail è raccontata la fine di un amore, in quelle righe scritte da me e da quello che era stato per 5 anni il mio fidanzato, righe accorate piene di dolore, e anche di risentimento, scritte dopo l'ennesima lite al telefono.

Poi ieri quella notizia mentre seguivo una lezione on-line del corso che mi farà diventare medico del 118, Lorena è morta strangolata dal suo fidanzato, anzi dal suo compagno.
Mi sono sentita subito angosciata, anche se non la conoscevo.

Io l'amore l'ho provato, e l'ho ricevuto e anche quando amore non ce n'era più non mi sono mai sentita in pericolo. 
Quando la ami una persona, puoi (forse, a volte) alzare la voce, io una volta ho spezzato in due un cellulare, nella mia rabbia solitaria. Ho pianto per i 4 giorni successivi.
Capita di litigare, è capitato anche a me, ma nemmeno nel momento più stressante di una lite mi sono sentita in pericolo. 
E ora che ripenso alla mia storia d'amore,  finita da tanto tempo, penso a Giacomo come un uomo gentile e sorridente,  quando ci siamo lasciati avevamo la stessa età di Lorena. Non ricordo le sue mani impegnate a fare qualcosa che potesse nuocermi, erano sempre intrecciate alle mie o impegnate in un abbraccio.
Quelle mani mi hanno stretta quando avevo paura, accarezzata quando mi sentivo sola, mi hanno fatto il solletico quando giocavamo, mi hanno spalmato la crema solare quando ci concedevamo delle giornate al mare, hanno rollato sigarette di tabacco che profumavano di Mon Cherie e che non fumo più, abbiamo usato le mani per impastare, cucinare. Quelle mani stappavano bottiglie di vino, che bevevamo insieme. Le tue mani mi hanno fatto fare delle piroette quando andavamo a ballare. Le mani di Giacomo me le ricordo impegnate a lavorare, le mani me le ricordo impegnate ad amare anche ora a distanza di dieci anni da quell'amore.

Penso a Lorena a casa con il suo assassino e con penso alle mani del suo aguzzino che si prendevano cura degli altri e non si sono prese cura di lei, mi sono chiesta chissà se Lorena si sentiva in pericolo, chissà se ha sofferto, chissà se aveva paura, chissà se poteva essere aiutata, se poteva essere aiutato lui, chissà se questa tragedia poteva essere evitata.

Denunciate, ma prima di arrivare a questo, lasciateli se vi urlano contro, non li dovete fare arrivare a mettervi nemmeno un dito addosso.

Prendetevi cura di voi.

Non voglio cadere nella retorica banale, non voglio fare lezioni a nessuno, ma l'amore io lo conosco e vi posso garantire, che le mani devono fare proprio quello che vi ho raccontato e niente altro.

Niente sconti di pena, niente incapacità di intendere e di volere per il tuo assassino, perché io non ci credo che pure nella follia si possa arrivare ad ammazzare chi ami, se succede è perché sei un assassino che ha saputo mettere la maschera dell'essere umano , nascondendo quella della bestia.

Ciao Collega, 
che questo ultimo viaggio ti sia lieve.

”Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci.

La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima.

Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato.”