Ero tutta assorta nella lettura di "Io sono la bestia" di Andrea Donaera (NNEdizioni), che ho preso e lasciato, stamattina mi sono detta è arrivato il momento di terminarlo.
Mia sorella si è improvvisata parrucchiera e salvatrice delle ricrescite di tutta la famiglia, mi padre ci guarda divertito, oggi è il turno di mamma, ieri è stato il mio, ho la piega fatta e un colore nuovo e lucido.
Mentre era intenta ad applicare il colore, rigorosamente dalle radici, mi dice:
«Metti un pò di musica è il momento di condividere, tra coinquilini si condivide» la guardo un pò infastidita e cedo alla sua richiesta, trovo una canzone dance che so che l'avrebbe fatta sorridere, la metto e do il via a un deejay set anni Novanta che ci ha fatto ridere cosi tanto che sono riuscita a liberare anche le lacrime.
Da Gabry Ponte a Gigi d'Agostino a cantanti che ho totalmente dimenticato ma che sono stati il tormentone delle mie serate estive da adolescente e il tormento dei miei genitori che ovviamente subivano le mie paturnie adolescenziali. Non mi sembra vero che siano passati vent'anni.
Girovagando negli anni '90 mi sono imbattuta nei Green Day, negli Oasis (che oggettivamente sono portentosi ancora ora), un sacco di band dalle Spice Girl alle immancabili boy band tutte ovviamente scomparse.
(per chi volesse ascoltare la playlist pop)
(Per i più temerari, la playlist Dance)
Così la cucina è diventata un salone anni'90, ho pensato alle mie amiche e ai nostri giri in scooter, con qualsiasi condizione climatica immaginabile.
Le amiche di allora sono le stesse di oggi, amicizie ultra-ventennali, che hanno resistito alla musica discutibile (eufemismo), a qualche scossone dovuto al tempo che passando ha plasmato i nostri caratteri, alle distanze che continuano fisicamente a separarci.
E così ci sentiamo al telefono e su what's app, qualche video-chiamata, vedo crescere una nipotina in foto e programmo i miei fine settimana post isolamento immaginandomi con loro, sognando un viaggio che non abbiamo mai fatto insieme in 20 anni, pensando di tornare a passeggiare nelle strade di Pisa ed incontrare vecchi amori passeggiando sul Lungarno.
Penso alle parole che avrei dovuto dire e non ho mai pronunciato, agli incontri che ho evitato e quelli che avrei potuto evitare in questi anni, a quelli che ho immaginato e sogno da tempo e che ogni tanto fanno capolino nelle notti in cui dormo beatamente.
Finalmente ho finito la nuova revisione del mio libro e adesso aspetto il responso della mia editor, in quelle pagine, raccolgo parte delle cose che una volta pubblicato il libro vorrei fare.
A proposito di sogni, ne ho ancora tanti da realizzare e quando pensi che tutto sia fermo che non si muova più niente il destino mi fa arrivare una telefonata che mi mette davanti a tutti i miei "farei" e "vorrei" e così piena di entusiasmo ho affrontato la giornata di oggi, così:
Vivendo.
Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente:
uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere.
(Dalai Lama)