lunedì 18 novembre 2019

Certe Notti in Guardia Medica

Mentre l'ex ministro Salvini, fa dei bizzarri proclami promettendo l'apertura degli ospedali anche il Sabato e la Domenica "come in Veneto", io ieri notte sono andata a lavoro, eh già di Domenica. L'evento ha già dell'incredibile, stando ai tweet dell'eroe padano.
Non tutte le notti sono uguali, anzi, non una uguale alla precedente. 
Certe Notti, sono proprio insostenibili, sotto la pioggia battente corri perché ti chiamano da una macchina e trovi un uomo poco più giovane di te madido di sudore, ti dicono che ha avuto un dolore toracico e che si è accasciato, gli senti il polso ti avvicini respira ma non è cosciente, chiami il 112 per fortuna l'ambulanza è a poco metri da te, ti prepari per salire e chiedi se ha assunto farmaci, la risposta è si ha preso un medicinale ma non sanno quanto, non se ne sono accorti, il quadro cambia, mentre lo caricano sulla barella rinviene, ma continua a stare male, va ospedalizzato, io però rimango in guardia non è più un rosso. 
Non faccio in tempo ad andare in stanza che arriva un ragazzo mi chiede di andare a vedere il nonno che sta male, gli chiedo cosa avesse, non sa descrivermi la situazione perché anche lui è stato chiamato, arriva telefonata "non risponde, ho già chiamato l'ambulanza" dicono dall'altro lato del telefono, corriamo in macchina, porto quello che posso, arrivo, già entrando mi accorgo che dovevo prepararmi a dare una brutta notizia, non risponde, non c'è polso, non respira, niente riflessi, niente. Nelle mie orecchie sentivo un bip prolungato, come quelli che si sentono in tv quando i monitor rilevano l'asistolia.
Gli chiudo gli occhi, lo copro, e dico semplicemente un "mi dispiace, non c'è più". La parte brutta arriva dopo quando devi compilare i moduli per constatare il decesso, così diventi un funzionario qualsiasi. Fai le condoglianze, io ho dato un bacio alla moglie perché non ci posso fare niente non riesco a essere distaccata, mi è sembrato un gesto umano.

Torno in guardia, col cuore piccolo piccolo, mi chiedo sempre se ho fatto la scelta giusta, mentre sento il cuore che mi balla nel petto e sento che mi sta per venire da piangere. 

Ma non finisce qui, ovviamente,  arriva il solito che fa di testa sua stacca terapie, ne sceglie di alternative e ti dice e "vabbè, mica ci vuole la laurea" ed invece si caro mio ma è inutile discutere perché tanto già lo so che a "lavari a testa o sceccu, c'appizzi acqua e sapuni".
Ti fanno venire il volta stomaco ogni volta che ti chiamano signorì e non dottoressa, ogni volta che guardando le videocamere dicono "ci voleva" no che non ci voleva, perché non dovrebbe succedere che mentre lavoro vengo aggredita. Non è normale che vi cambiate le terapie perché siete convinti che sia semplice fare il mio lavoro, non è normale che mi chiamiate signorì quando sto quasi per rianimare uno che si è scolato una boccia di un medicinale,  non è normale che vi senta dire "c'è u dutturi? no, c'è la dottoressa...Ah, fimmina è?!".

Certe notti, avrei voluto fare un altro lavoro, ma poi viene il figlio di un signore che si è salvato grazie a te, o che la nipote di una ultra-novantenne ti offra il caffè perché "Dottoerè hai salvato la vita di mia nonna", o che dopo una visita una figlia ti racconti che il papà è terminale ma prova a non farglielo pesare e quegli occhi e la sua gentilezza diventino una piccola punta di zucchero in una amara giornata, che una paziente ti abbracci e anche se tu non sei molto incline al contatto fisico, ricambi perché quella signora si è tolta un peso dal cuore e l'ha diviso con te, quando l'abbraccio finisce lei ti guarda e ti dice "dottorè, lei avi u cori ranni, picchistu diventerà brava,
che Dio la benedica".

Certe notti
la strada non conta
che quello che conta
è sentire che vai
Certe notti
la radio che passa Neil Young
sembra avere capito chi sei
Certe notti
somigliano a un vizio
che tu non vuoi smettere,
smettere mai.