venerdì 25 febbraio 2022

Per coltivare ciò che si ama, è necessaria la pazienza.

Sai che chi si ferma è perduto?
Lo so bene, non mi sono mai fermata in vita mia, nemmeno quando da fuori davo l'impressione di essere immobile.
Io proprio non sono fatta per le attese, mi snervano.
Eppure, passo un sacco di tempo ad aspettare.

Aspetto che mi venga sonno e inganno il tempo leggendo.
Aspetto che arrivi il treno e nel frattempo osservo gli altri viaggiatori che condividono con me il binario, immaginandomi le loro vite.
Aspetto gli esiti degli esami, quelli dei pazienti, a volte i miei, l'attesa del giudizio del professore di turno non mi snervava mi distruggeva, facendomi avviluppare dall'ansia.
Aspetto che arrivino le 13:30 per poter dire "ho fame!" e sentirmi rispondere "se la stanza è libera si va a mangiare".
Aspetto i fine settimana, per riposare, studiare, a volte partire.
Aspetto il venerdì per vedere Propaganda Live, e addormentarmi , bene che vada a metà puntata...allora mi tocca aspettare che la carichino on-line per vederla, mentre faccio colazione, il sabato mattina.
Aspetto un pacco da giù, con i vestiti appena ordinati, con un regalo, con i libri...aggiorno compulsivamente il tracciamento come se, così facendo, potessero arrivare prima.
Aspetto gli abbracci. Aspetto i baci.
Aspetto le telefonate delle mie amiche, tutte tra le 18:00 e le 20:00, alcune fisse la domenica pomeriggio.
Aspetto di sentirmi dire dall'altro capo del telefono "pronDo..." e aspetto perché mi fa ridere da morire.

Ma io non sono fatta per le attese, sono impaziente, scalpito, perché ho voglia di sapere, perché sono insicura e le attese si insinuano nelle mie piccole crepe.

Non so stare senza guardare il cellulare ogni tre secondi, se attendo che arrivi un messaggio, una telefonata, un pensiero.

Se ho un appuntamento, il tempo in attesa di quell'incontro si dilata enormemente, sempre preparata in anticipo, ma riesco a gestire così male il tempo d'attesa che alla fine arrivo in ritardo.

Sto provando ad imparare a non essere impaziente. A rispettare i tempi degli altri, a godere del silenzio, a guardare fuori dal finestrino. Ci provo ma non sempre ci riesco e comunque è una lotta continua con quella me con le piccole crepe dell'insicurezza, dove si insinua il tempo sospeso.

Ho visto troppe volte "la verità è che non gli piaci abbastanza" e ho dimenticato che esiste il bianco ed il nero, vero, ma nel mezzo c'è un sacco di altro colore.

Ci provo e non sempre ce la faccio, ma mi accorgo che ogni giorno ci riesco un po' di più.

Per non dimenticarlo me lo sono dovuta tatuare "sai che chi si ferma è perduto, ma si perde tutto chi non si ferma mai".