lunedì 15 maggio 2017

E tu cosa cerchi?

"Momò, ma tu cosa cerchi?"

Silenzio... balbetto un goffo "non lo so cosa cerco".

"Quando lo saprai me lo dirai, tranquilla"

Intanto ci penso da due giorni.

Cerco il vento tra i capelli, e quella sensazione di solletico delle punte che sfregano sulle spalle.
Cerco disperatamente di tenerli in ordine, i miei capelli, ma in fondo vorrei che qualcuno li spettinasse e dopo averlo fatto, che mi portasse dolcemente un ciuffo ribelle dietro l'orecchio.
Cerco l'odore di erba umida nelle sere di inizio estate.
Cerco il frinire delle cicale che innamorate cantano alla luna più bella che c'è.
Cerco le risate di una bambina felice.
Cerco gli occhi brillanti delle persone intelligenti e cerco le parole di conforto delle persone buone.
Cerco gente che sappia ascoltare ed ascoltarsi.
Cerco gente che vada al di la del proprio naso.
Cerco opinioni diverse dalle mie, e con quelli che non la pensano come me a volte cerco la rissa, ma ho rispetto e stima per chi mi sa tenere testa.
Cerco le rughe intorno agli occhi di chi sa ancora regalar sorrisi.
Cerco i messaggi della buona notte e del buon giorno.
Cerco l'affetto dei miei amici e l'amore della mia famiglia.
Cerco di imparare dai  miei errori e cerco sempre di farne di nuovi, e quando posso di crescere come una persona per bene.
Cerco di amare il mio futuro mestiere e cerco di non dimenticare le mie passioni.
Cerco canzoni da ballare, cerco poesie che mi emozionino, cerco film che mi facciano piangere anche dalle risate.
Cerco l'odore di un libro nuovo o quello di un libro che qualcuno ha già dimenticato, lo scricchiolio di quando lo si riapre dopo molto tempo, le sue pagine ingiallite e quell'inconfondibile profumo di carta invecchiata, vissuta, a volte acre di sigarette fumate di notte mentre in preda all'insonnia non resta altro da fare che farsi accompagnare in una notte troppo lunga da un buon libro.
Cerco di riempire la mia libreria con un libro in più, cerco di sottolineare senza che mi tremi la mano ogni frase che mi sembra scritta per me.
Cerco di trattenermi quando sto per dire una cattiveria e se ci non ci sono riuscita cerco la forza per chiedere scusa.
Cerco di non cedere alla tentazione di sgarrare la dieta e cerco di ingraziarmi il mio dietologo quando devo farmi perdonare un peccato di gola.
Cerco di avere l'energia dei ventenni e la consapevolezza dei quarantenni.
Cerco di essere positiva anche se sono di cattivo umore, cerco di alleviare chi ha un pensiero che lo opprime e poco importa se posso sembrare buffa o a volte superficiale.
Cerco di fare della diversità ricchezza, cerco di essere umile, cerco di pensare che ci sia da imparare da tutti anche da quelli che mi sembrano meno intelligenti o colti di me e da quelli che invece sanno molto di più,che parlano e leggono più di me, che ascoltano musica che non conosco, che hanno viaggiato tanto.
Cerco la brezza di mare nelle sere di scirocco.
Cerco tramonti infuocati e albe raggianti.
Cerco di farmi trascinare da chi balla mentre tutti stanno fermi, da chi canta anche se è stonato, da chi legge in treno, da chi si appassiona quando ti racconta qualcosa che gli è capitato, cerco gente che mangi di gusto, che rida senza freni, che parli senza filtri e sopratutto senza toccarti di continuo mentre prova a spiegarti questa o quell'altra cosa.
Cerco di conservare le fotografie specie quelle che mi annodano le budella.
Cerco di dare il meglio di me agli altri, cerco di amare senza misura.

Ho appuntato ogni sensazione di questi ultimi due giorni e questo grossomodo è quello che è venuto fuori, cerco di riempire la mia vita, e cerco sempre di lasciare dei vuoti da riempire con incontri nuovi, posti che non conosco.
Cerco e cercherò ancora e ancora e ancora... ma a volte vorrei che mi trovassero, anche se mi sono nascosta.

Ci tormentiamo l'anima per dare un senso alla vita, per individuare un traguardo. E alla fine lo troviamo nascosto dentro di noi, nella nostra comune esperienza dell'immaginario e della realtà. Un semplice, umano desiderio di trovare chi ci assomiglia per stabilire un legame, e per sentire nel profondo del cuore, che non siamo soli. (Heroes)
Alla prossima...
Monica! 


giovedì 11 maggio 2017

The Love (De)Generation

Mi stavo spazzolando i capelli (atto sconosciuto fino a qualche anno fa) davanti allo specchio, fate conto che ho un umore così altalenante per ora che il semplice passaggio dal capello riccio a quello liscio mi provoca una crisi di pianto, così mentre provavo a superare il suddetto trauma, mi fermo a guardare la spazzola arancione che stavo adoperando, me la ricordo da sempre a casa mia quella spazzola.
Vedete a casa mia, le cose le buttiamo via quando si rompono, non buttiamo via il cibo e mai il pane che alla peggio mia mamma ci fa il pan grattato, l'unica cosa di cui mi sbarazzo sono i vestiti perché se non li metto più anche se nuovi saranno utili a chi è meno fortunato di me. 
Ho da poco staccato dal mio armadio un poster di Del Piero perché era totalmente alterato dal sole che ci batte da circa 15 anni sopra, ed è stata per me come una specie di abbandono, mio intendo, per Del Piero che chissà ora forse mi odierà.
Non butto mai libri, ne quaderni, tranne quelli di matematica che tanto non ci capisco più niente.
Ecco a casa mia le cose sono resistenti al tempo che passa, invecchiano e più diventano vecchie e più ti ci affezioni, e anche se sono vintage, antiche, demodè non riesci a buttarle, cavoli anche i nonni sono vecchi ma a chi verrebbe in mente di buttarli via?

Ecco, le cose invecchiano, diventano più belle, acquistano fascino, a volte stufano per carità, ma niente ci impedisce se non ne vale la pena di rinnovarle o se proprio ci torna difficile rimpiazzarle con delle altre nuove.
Quello che mi turba è questa degenerazione dei sentimenti, questa denaturazione, il dismorfismo dell'amore.
Niente più pazienza, niente più piacere nel vedere il tempo che passa, le rughe del\della proprio\a compagno\a dare più intensità al volto, e amarsi lo stesso.
Non ci ascoltiamo più, siamo tutti a vario titolo utenti del fast food dei sentimenti, patate fritte e hot dog scadenti, tutti li in fila per il panino, in tre morsi lo finiamo e chi si è visto si è visto.
Ora io non è che dico che le "sveltine" non ci debbano essere per carità, siamo tutti di carne e ossa, figuriamoci, ma che sarebbe così brutto se ogni tanto ci fermassimo per dire al partner di turno, che forse quella sera si sentiva solo, guarda che sono qua e se vuoi ti ascolto, cioè non ci perdiamo l'onore vah...

Beh, a proposito di onore, donne, la vogliamo finire di castrare psicologicamente sti poverini? 
Sono impanicati, gli abbiamo tolto il piacere della conquista, della caccia, che in fondo l'uomo è cacciatore, e che ve ne frega fate finta di fare le prede se proprio non ci riuscite.
Invece fate venire la confusione, io stessa non ci capisco più niente, cinquantenni che si comportano come se di anni ne avessero 20, si vestono come le loro figlie, si ammazzano di selfie e sono sempre con il cellulare in mano, perchè dovete sapere che nel display loro cellulare passano certe chat che "amore mio, il sexting l'ho inventato io!", e se tanto mi da tanto tra foto osé, e messaggi non proprio occulti appena te vedo te magno, a quelli, i maschietti poverini, gli è già venuta l'ansia da prestazione.
E le giovani ventenni (anche meno talvolta) che fanno le femme fatale,  ammiccanti e maliarde, che sembrano uscite da un romanzo di Nabokov, sono raffinate più delle loro mamme se devo essere onesta, ma godetevi la vostra età, tipo in motorino in due, l'estathè alla pesca, le discoteche in spiaggia, le limonate selvagge a ferragosto, che per fare le gatte morte avete tutta la vita almeno fino a quando non troverete il polletto da spennare, il MaritoMat (questa l'ho rubata ad un amico su fb, lo ammetto), così come hanno fatto le vostre mamme e poi vi si aprono due strade, divorzio ed alimenti assicurati o corna, fatte non subite sia chiaro, e picciuli che poi è più o meno la stessa cosa ma almeno la notte vi coricate in compagnia.

Quindi riepilogando le Millennials e dintorni sono quelle che la sanno lunga, quelle che leggono insomma, fanno come Circe ammaliano e seducono e ci riescono anche, e poi alla fin fine sono comunque delle ragazzine, quindi, quando capiranno di essere state usate o fisicamente o mentalmente, ci rimarranno male perché si sono imbarcate in una cosa più grande di loro della loro giovane ed acerba talvolta inesistente personalità. Mentre le MILF e dintorni sono li belle gnocche a postare l'ultimo selfie sorridenti faranno i conti con la realtà, che non è soleggiata e scintillante, perchè il letto ora è vuoto mentre allungano la mano, e poco rimane di quella vita tanto social ma totalmente lontana dalla realtà.

Io assisto inerme a questo carosello, a questa giostrina, un po' divertita nel vedere le vite che mi scorrono accanto che sembrano così tanto più piene della mia e che in fondo però non hanno quasi niente sotto la superficie. Nel mio osservare la vita che mi passa accanto, un po' vi devo dire che siete delle stronze, perché quelle come me pagano per voi, perché vedete care quando mi trovo davanti un uomo, adulto, che si stupisce della mia educazione, del fatto che mi faccia piacere starlo a sentire, e il fatto che mi guardi come una marziana non mi fa tenerezza mi mette tristezza.
Quelli poverini, nel disorientamento totale i maschi, che già vivono in uno stato di labirintite permanente, non ci capiscono più niente, così la confusione li ha portati alle sopracciglia ad ali di gabbiano, al ti amo ma senza impegno, alle cerette selvagge, ai risvoltini, al fatto che sei tu a corteggiare loro e loro ad avere la sindrome premestruale. Saranno loro che si aspetteranno una telefonata da voi l'indomani, e saranno sempre loro a cercare le coccole dopo, quando voi sarete già vestite quasi davanti la porta, pronte a scappare a volte da lui, e impaurite per l'ennesima pacca sulla spalla che sta per arrivare. 

Scrivo questo delirio di rabbia e tristezza, con un mezzo sorriso, questo credo sia colpa dello scirocco di oggi, o forse della sindrome pre-mestruale che comunque sono donna e me la tengo stretta perchè mi spetta di diritto.
Scrivo fissando la cucina a casa mia, la stessa da quando si sono sposati i miei, loro parlano e ridono ancora, insieme, loro che ascoltavano i vinili e per fortuna me li hanno fatti ascoltare, loro che scrivevano lettere, loro che si davano appuntamento uscivano da casa e non avevano mezzi per comunicare col mondo, loro che si facevano gli autoscatti sfuocati, ma erano più belli, e credo anche più felici.

Feel the love (De)Genereation.



Altri sogni ti scalderanno, se saprai far scendere finalmente sulla terra questo, che è stato il più puro, da tenere sempre nel cassetto della memoria per ricordarci com'eravamo romantici prima che le delusioni ci facessero salire con un cappotto di cinismo sulla giostra degli adulti.
Massimo Gramellini, Cuori allo specchio, 2008



martedì 9 maggio 2017

Amara e Dolce Terra Mia


Buongiorno,
di solito questo spazio è utilizzato per ridere, per prendere un pò in giro i rari esemplari di maschio italico rimasti ancora in circolazione, e per riflesso anche noi donne.
Oggi mi sento in dovere di utilizzarlo per una brevissima riflessione, prima di tornare alle solite cose da "cazzara" che scrivo.
Come sempre mi aggiro assonnata ed anche un pò annoiata sui social, e da qualche giorno assisto impotente e anche un pò arrabbiata, a dire il vero, ad una serie di dichiarazioni di personaggi più o meno importanti che riguardano la mia Amata Sicilia.
Ora vedete, da Siciliana so benissimo quali sono le cose che in casa mia non funzionano, lo so bene, per altro io sono Agrigentina, mica una siciliana qualunque, vivo nella condizione di essere una isolata nell'isola, che è quanto di più complicato ci possa essere da un punto di vista sia logistico che psicologico.

Quando però leggo di qualche sedicente nordico, che si chiede dove sia Agrigento addirittura dubbioso sul fatto che Agrigento possa ubicarsi entro i confini italiani o meno (il che diciamo mi lascia turbata non solo per la battuta di cattivo gusto ma per le sue scarsissime conoscenze geografiche) e se per raggiungerla possa servire il canotto (che forse gli sarebbe piaciuto utilizzare per prendere la tintarella visto che nella dotta Bologna il mare lo vedono col binocolo), e ancora più perplessa quando il procuratore capo del capoluogo friulano, che si occupa di una triste vicenda di infanticidio, dichiara quanto segue "Ripeto sono perplesso di come una cosa del genere sia potuta accadere di questi tempi in una famiglia triestina. Forse poteva succedere in una Sicilia degli anni ’40. Veramente sono perplesso e mi addolora anche il fatto che sia potuto avvenire in una città civile come questa."

Ora, per carità nessuno mette in dubbio di quanto sia avanti la città friulana, ma vorrei far notare che noi siciliani, siamo gente per bene, siamo persone civili,sicuramente molto più pazienti dei padani perché nonostante l'arretratezza infrastrutturale a cui siamo costretti, riusciamo comunque a cavarcela, siamo persone per bene da molto prima degli anni '40 citati e usati come metro dal procuratore, perché eravamo il motore industriale del paese quando i piemontesi hanno fatto incetta dei nostri beni per risollevare un Nord che era poco più che una palude, e siamo il vero cuore culturale del bel paese da circa 2000 anni considerando greci, arabi, normanni e anche gli spagnoli, siamo crocevia di culture da tempo immemore, siamo dei magnifici bastardi insomma.
Siamo la terra di Quasimodo, Sciascia, Pirandello, Camilleri, Giuseppe Tommasi di Lampedusa, Vitaliano Brancati, Vincenzo Consolo.
Siamo la terra di Guttuso e Antonello da Messina, di Archimede e di Empedocle.
Siamo la terra di Franco Battiato, di Carmen Consoli e di Rosa Balistreri.
Siamo la terra del secondo stato, della mafia, ma per nostra fortuna siamo anche la terra di Livatino, Chinnici, Caponnetto, Falcone e Borsellino, Rostagno, Grassi, Piersanti Mattarella, Anna Atria e oggi più che mai siamo la terra Giuseppe Impastato.

Siamo la terra di tanti che al mattino si svegliano presto e vanno a lavorare proprio come quelli del civile nord, e che a volte la domenica nonostante sia giorno di riposo quelle stesse persone si alzano per andare ad aiutare chi è meno fortunato di noi e arriva in Sicilia dall'Africa, invece che alzare muri fisici e mentali.

Nella Sicilia degli anni '40 non sarebbe mai potuto succedere quello che è successo a Trieste perchè la nostra è una società matriarcale le donne sono madri e mogli e capi famiglia, e regine della casa e oggi anche donne indipendenti e ottime e infaticabili lavoratrici e i figli sono sacri.

Nella Sicilia del 2017 quelli coi gommoni noi li aiutiamo, sia che vengano dalla vicina mamma Africa, che dalla lontana e dotta Bologna.


Credo che pesi una sorta di pregiudizio su di noi, per cui veniamo additati come omertosi a prescindere. Invece no: bisogna distinguere tra esercito silente omertoso ed esercito silente impotente, che è quello che guarda sempre la ghirlanda dello Stato con su scritto "assente". Non voglio fare la siciliana vittimista, ma plaudire chi sente una profonda indignazione, chi continua a restare in Sicilia, perché nutre la speranza in un cambiamento, vede la bellezza che lo circonda. Tuttavia non posso dimenticare che siamo vittime di un negazionismo per cui sentiamo ancora dire che la mafia non esiste. Negando le bruttezze finiamo per coltivarle. Ma è anche vero che nessuno come il siciliano ama la sua terra, perché è capace di vederne la bellezza. Io per prima. Sono figlia di un siciliano che ha lavorato sodo e che è stato un grandissimo esempio di cittadino italiano. Ecco, vorrei che venissero sottolineati gli aspetti eroici delle persone comuni che abitano la Sicilia e che fanno parte del nostro esercito silente. (Carmen Consoli)