mercoledì 23 dicembre 2020

"Natale non sarà Natale senza regali"


Il mio incipit, preferito, immagino Jo davanti all'albero, con quel suo fare un po' borbottante.

Natale non sarà Natale senza mio nonno. Che però credo a volte sia proprio qui, vicino vicino.

Natale non sarà Natale senza mia sorella. Per la prima volta nella nostra vita non saremo accanto a guardare un film della Disney, che manco a dirlo conosciamo a memoria potremmo doppiarli.

Natale non sarà Natale senza la tavola imbandita, zia che porta alcune cose, mamma altre, mia nonna addetta al baccalà e ai cardi. I miei cugini, il panettone, il brindisi.

Natale quest'anno diciamolo, non sarà Natale.

Il periodo dell'anno che preferisco, perché amo le luci, gli occhi che brillano davanti la loro intermittenza, amo le novene, le zampogne, la via Atenea brulicante di gente intenta a salutarsi.

Amo le corse ai regali dell'ultimo minuto, un bicchiere di vino "Ma Ragà veloce che mi stanno aspettando tutti da mia nonna", amo l'atmosfera natalizia, addormentarmi sul divano dopo il pranzo e sentire un cugino russare con discrezione.

Amo quel "che fa giochiamo a uno?", i gusci di frutta secca sulla tovaglia, amo vedere qualcuno a metà pomeriggio alzarsi e mettere al centro del tavolo i panettoni, e "chi ne vuole?".

Natale non sarà Natale senza regali. Sicuro Jo. Ma nemmeno senza tutte le altre cose.

Natale non sarà Natale senza potere sentire l'amore.



giovedì 15 ottobre 2020

Non aspettare Godot. Cercalo.

Quando incontriamo qualcuno, non sappiamo mai quanto rimarrà quella persona nelle nostre vite, forse il tempo di un bicchiere di vino, forse per mesi a volte anni.

In tempi di pandemia gli incontri diventano rari, assistiamo al balletto delle mani che istintivamente si vorrebbero sfiorare ma, non si può e così ballonzolando avanti ed indietro alla fine abbozziamo un sorriso e infiliamo in tasca le cinque dita che avremmo voluto stringere con tenacia.

Dal mio divano guardo il cielo grigio e penso a quanti incontri stiamo mancando, quante cose rimandate e che non si possono più fare, all'ansia di dover prendere un aereo, alle cene a tempo da consumare entro mezzanotte, avevo sempre sognato di essere Cenerentola, rapita dal suo principe azzurro, ma non immaginavo che ansia si potesse provare a dover guardare l'orologio e scoccata la mezzanotte fuggire via, perché oltre non si può più andare.

Sapete quanto odi l'estate, soffro il caldo da morire, sudo come una dannata, mi si arruffano i capelli e non sopporto i jeans. Vivo al mare, amo andare al mare ma non troppo,  odio la sabbia e dalle mie parti ci sono chilometri di spiagge sabbiose, con una sabbia sottile e appiccicosa, Dio che Fastidio!
L'isola la portiamo dentro e quest'estate ho trovato la mia, Linosa, selvaggia e allo stesso tempo accogliente, stupefacente in ogni angolo, una vacanza che ha segnato indubbiamente la mia estate che mi ha riempito il cuore e gli occhi di meraviglia e bellezza, di grazia, di silenzi e del canto melodioso delle Berte.
Tornando a casa ho pensato che avrei dovuto scrivere mentre mi trovavo li, lo farò tornando mi sono detta ma poi...il lavoro e il profumo di creme abbronzanti e l'abbronzatura che piano piano scoloriva mi hanno distolto.
Ora seduta sul divano provo a riorganizzare le idee tolgo del tempo ad una abbozzo di cambio di stagione, ai libri che mi aspettano, alle pulizie di casa e anche allo shampoo.


A me  piace l'autunno con i suoi tramonti di fuoco, le albe glicine, buio presto, i giubbotti di pelle, l'indecisione su cosa mettere perché fa freddo e poi fa caldo e di nuovo freddo, i contorni sfumati, niente tagli netti, ma stagioni che iniziano e finiscono fondendosi uno nell'altra. Rimando il cambio di stagione, perché effettivamente non fa ancora così freddo, e non fa nemmeno troppo caldo.


Ho fatto il bagno il 4 ottobre, fatto fotografie alla colazione vista mare, ho avuto timore di andare ad un matrimonio, ma poi alla fine pur di comprare quella borsa mi sono sacrificata, ho macinato km chiacchierando in macchina con le amiche, quelle vere, che non ti vendono per un uomo di passaggio e che sanno quanto valgono  che si amano per quello che sono, e si fanno amare perché sono così, diverse, anticonformiste, forti, dolci, frizzanti.


Avevo iniziato a scrivere pensando di togliermi qualche sassolino dalla scarpa, mi sono ritrovata a pensare alle cose che mi hanno fatto stare bene, si sono fatte largo e stanno scorrendo da sole sulla tastiera del pc, sapete cosa, non ne vale mai la pena di sprecare tempo, vale la pena di donarlo.

A se stessi con un massaggio alla Spa ed un percorso benessere che avevo paura di fare da sola e invece è volato, sono uscita leggera.



Ai libri, all'ascolto dell'ultimo album di Bersani che è una bomba, ad una commedia da vedere sul divano, col plaid che finalmente hai tirato fuori dallo scatolone.


Ai posti che non conosci, ai sapori nuovi, ad una bottiglia da stappare, una nova strada da solcare, ai progetti ambiziosi, a salti nel vuoto, allo studio, alla curiosità, al silenzio.




A quel sorriso luminoso  che vorresti rivedere, ad un abbraccio sotto le coperte, al primo caffè del mattino, ad una passeggiata con le cuffie a tutto volume, al cambio di stagione, si anche a quello, alla gentilezza, ai sogni. 

 

"Procuro un calcio di rigore
Oltre il tempo regolamentare
Concedo a te l’onore
Il gusto di segnare
Per mettere a tacere questa battaglia di parole
Che cosa devo fare"
S.Bersani

venerdì 24 luglio 2020

che cos'è l'amore?

Non scrivo da un po', intanto perché la pandemia mi ha praticamente paralizzata, poi catapultata a lavoro...mi sono posta mille domande e non sono riuscita a trovare una risposta a nessuna, mi sono chiesta se avessi fatto la scelta giusta facendo medicina, e perchè non avessi studiato lettere, a cosa fossero serviti i miei sforzi se alla fine il SSN mi lasciava in panchina perché senza specializzazione.
Poi ho cominciato a pensare alla speranza di uscire da questo periodaccio migliorati, a qualcosa sarà pure servito, mi sono detta, invece manco per sto cavolo, le merde (tante) sono diventate peggio di come già non fossero.
Oggi finalmente con una candela di "cera una bolla" accesa, l'odore di citronella, mi godo la prima vera serata libera sorseggiando una birra fredda sul balcone di casa mia. E' il momento giusto per fermarmi a scrivere quel pezzo che ho in canna da qualche giorno, ma non ho avuto tempo per metterlo nero su bianco, sono reduce da giornate tanto folli ed intense che le emozioni mi hanno fatto venire un sonno pazzesco morale della favola alle dieci ero praticamente già KO.
Insieme a Vittorio Virone e Linda La Marca abbiamo messo su a distanza un piccolo omaggio alla nostra Sicilia, abbiamo provato una sola volta e siamo andati in scena e di fatto mi tremavano le gambe...ma alla fine, nonostante tutto è venuto fuori bene.
E' finalmente arrivato il mio libro e non sapete che misto di paura e gioia ho provato a stringerlo tra le mani, incredula, perché nei miei sogni nel cassetto c'era quello di scrivere un libro e vederlo realizzato e con una casa editrice nazionale, è stata una soddisfazione impagabile.

Qualche sera fa durante un tranquillo turno notturno, tra una risata e l'altra mi hanno chiesto:
"Credi nell'amore?"
Non ci ho pensato nemmeno un secondo, ho risposto di pancia:
"SI!".
Si ci credo, credo che l'amore esista, ci credo così tanto che non mi riesco ad accontentare, l'amore per me è così travolgente che mi dovrebbe stordire, una botta in testa altro che farfalle nello stomaco.
Come se non fosse già abbastanza complicato rispondere a questa domanda ne arriva un'altra:

"COS'E' PER TE L'AMORE?" - quanto tempo abbiamo per rispondere - mi sono detta.
Che cos'è l'amore...
Non lo so, ma le parole sono venute fuori da sole: 
è dare senza pretendere nulla in cambio, 
è ridere senza motivo, 
fare le cose senza pensare che in fondo non può nuocerti nulla, 
è cedere la punta al cioccolato del cornetto algida, 
l'amore è il profumo della mia "nipotina" appena conosciuta che ho tenuto in braccio per la prima volta e non avrei mai voluto lasciarla, 
è abbracciare la mia amica e sorella e non avere paura di piangere perché mi è mancata da morire.

L'amore è vedere i sogni prendere forma, 
è andare a lavoro ed essere felice, 
passeggiare in riva al mare, 
incazzarsi se perdi la partita al tie break perché sei fumantina e a 'na certa sbrocchi. 
L'amore è cucinare per qualcuno, 
è la felicità nell'attesa di un appuntamento, 
l'amore è una passeggiata in silenzio uno accanto all'altro.
L'amore è il ricordo di mio nonno che non mi lascia mai e che per fortuna mi suggerisce le battute...un super nonno, che avrei voluto ancora con me.

L'amore vorrei che non avesse pretese di cambiarmi, che potesse dire che gli vado bene così come sono, con qualche kg in più, con le mie intemperanze, la mia indipendenza, il mio amore per la musica, i libri, l'arte, per le isole piccole dove non c'è niente se non il mare.

Vorrei vedere degli occhi brillare quando brillano i miei, vorrei trovare un amore che mi sapesse dire ti scelgo perché io lo vedo che sei speciale e anche se forse di meglio si trova, tu per me sei il meglio che c'è.


Per due che come noi non si son persi mai
E che se guardi indietro non ci crederai
Perché ci vuole passione
Dopo vent'anni a dirsi ancora di sì
E stai tranquilla, sono sempre qui
A stringerti la mano
Ti amo, andiamo

venerdì 1 maggio 2020

Primo Maggio, quarantena agli sgoccioli. Chissà se...

Chissà se sono solo io a chiedermi se ci piacerà la vita che verrà, fuori dalle mura protettive delle nostre case.
Chissà se saremo pronti, specie in Sicilia, a non baciarci, a non abbracciarci.
Chissà se saremo pronti a fare morire in gola quei: "Ciao Bellomè!".
Niente sarà più come prima, ma quello che ci attende non è detto che possa esser peggio di ciò che ci lasciamo alle spalle.
Riepiloghiamo, cosa ha insegnato la quarantena:
  1. Lavarsi le mani non è un optional, usare acqua e sapone può salvare la vita. (sarebbe bello se l'uso fosse esteso alle ascelle, prima il sapone e poi il deodorante, più sudi e più profumi è una balla, ve lo volevo dire).
  2. Quando starnutiamo o tossiamo, dobbiamo farlo dentro il gomito, non con le fauci spalancate, spargendo le nostre flugge in faccia ai nostri interlocutori. (maledetti!)
  3. Usare dentifricio e spazzolino, perché la mascherina a gas non è piacevole. Stop all'Alitosi, e no, una mentina non basta.
  4. Lo sport fa bene. Tutti a correre.
  5. I cani sono i migliori amici dell'uomo. Sentire quel: "Scendi" il cane è stata una salvezza.
  6. Camminare a piedi fa bene e non inquina.
  7. Sappiamo cucinare, impastiamo, spianiamo, mantechiamo, arrostiamo, brasiamo.
  8. Beviamo siciliano, mangiamo siciliano, viaggiamo siciliano.
  9. Ci mancano estetiste e parrucchieri.
  10. Gli infermieri sono degli eroi. Rispettiamoli, non insultiamoli, non sminuiamoli. Per la cronaca hanno la laurea, sono Dottori.
  11. I medici sono degli eroi. Rispettiamoli, non picchiamoli, non minacciamoli. Anche le donne sono Dottoresse, non signorine, giusto per ricordarlo.
  12. La scuola, i banchi, le lavagne in fondo mancano. Anche se provate a sabotare in tutti i modi le lezioni on-line.
  13. Aprono le librerie e nessuno ha la bramosia di andare, niente assembramenti, mi rendo conto che  per molti di voi l'Infinito di Leopardi sarà sempre: "Leopardare". 
Se ci fossero state le librerie più affollate, non ci sarebbero stati dubbi sul significato di "congiunti".

All'infuori del cane, il libro è il migliore amico dell'uomo. Dentro il cane è troppo scuro per leggere. (Groucho Marx)


giovedì 9 aprile 2020

Voglia di Dance All Night, dalla quarantena Giovedi 9 Aprile

Ero tutta assorta nella lettura di "Io sono la bestia" di Andrea Donaera (NNEdizioni), che ho preso e lasciato, stamattina mi sono detta è arrivato il momento di terminarlo.




Mia sorella si è improvvisata parrucchiera e salvatrice delle ricrescite di tutta la famiglia, mi padre ci guarda divertito, oggi è il turno di mamma, ieri è stato il mio, ho la piega fatta e un colore nuovo e lucido.
Mentre era intenta ad applicare il colore, rigorosamente dalle radici, mi dice:
«Metti un pò di musica è il momento di condividere, tra coinquilini si condivide» la guardo un pò infastidita e cedo alla sua richiesta, trovo una canzone dance che so che l'avrebbe fatta sorridere, la metto e do il via a un deejay set anni Novanta che ci ha fatto ridere cosi tanto che sono riuscita a liberare anche le lacrime.
Da Gabry Ponte a Gigi d'Agostino a cantanti che ho totalmente dimenticato ma che sono stati il tormentone delle mie serate estive da adolescente e il tormento dei miei genitori che ovviamente subivano le mie paturnie adolescenziali. Non mi sembra vero che siano passati vent'anni. 
Girovagando negli anni '90 mi sono imbattuta nei Green Day, negli Oasis (che oggettivamente sono portentosi ancora ora), un sacco di band dalle Spice Girl alle immancabili boy band tutte ovviamente scomparse.

(per chi volesse ascoltare la playlist pop)

(Per i più temerari, la playlist Dance)

Così la cucina è diventata un salone anni'90, ho pensato alle mie amiche e ai nostri giri in scooter, con qualsiasi condizione climatica immaginabile. 
Le amiche di allora sono le stesse di oggi, amicizie ultra-ventennali, che hanno resistito alla musica discutibile (eufemismo), a qualche scossone dovuto al tempo che passando ha plasmato i nostri caratteri, alle distanze che continuano fisicamente a separarci.
E così ci sentiamo al telefono e su what's app, qualche video-chiamata, vedo crescere una nipotina in foto e programmo i miei fine settimana post isolamento immaginandomi con loro, sognando un viaggio che non abbiamo mai fatto insieme in 20 anni, pensando di tornare a passeggiare nelle strade di Pisa ed incontrare vecchi amori passeggiando sul Lungarno.

Penso alle parole che avrei dovuto dire e non ho mai pronunciato, agli incontri che ho evitato e quelli che avrei potuto evitare in questi anni, a quelli che ho immaginato e sogno da tempo e che ogni tanto fanno capolino nelle notti in cui dormo beatamente.
Finalmente ho finito la nuova revisione del mio libro e adesso aspetto il responso della mia editor, in quelle pagine, raccolgo parte delle cose che una volta pubblicato il libro vorrei fare.

A proposito di sogni, ne ho ancora tanti da realizzare e quando pensi che tutto sia fermo che non si muova più niente il destino mi fa arrivare una telefonata  che mi mette davanti a tutti i miei "farei" e "vorrei" e così piena di entusiasmo ho affrontato la giornata di oggi, così:

Vivendo.


Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: 
uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere. 
(Dalai Lama)



sabato 4 aprile 2020

Silenzio dalla Quarantena,Sabato 4 Aprile 2020.

Oggi finalmente c'è il sole, sono riuscita a fare yoga in balcone, scaldata dal tepore della primavera.

C'è silenzio.

C'è così silenzio che riesco a sentire nitidamente la voce dell'annuncio della stazione bassa di un treno in arrivo, cosa che in tempi normali è praticamente impossibile, visto che il quartiere dove vivo è attraversato da diverse arterie cruciali della viabilità cittadina, che si traduce con strombazzate moleste a qualsiasi orario.
Le campane della chiesa pure quelle si sentono bene, qualche sirena, ma per fortuna niente di straordinario. 

Mi impressiona alzare gli occhi e vedere il ponte completamente vuoto, come fosse una domenica sonnecchiante, solo che per ora è domenica ogni giorno.

L'agenda mi ricorda una serie di incontri che stanno saltando, quello sulle donne, quello su Danilo Dolci (ieri lo ha menzionato Saviano a Propaganda Live), quello di oggi, su una agrigentino che non c'è più e sarebbe stato ricordato dagli amici che hanno scritto per lui un pò di lettere, raccolte da sua mamma in un libro.

Vorrei scrivere anche io qualche lettera, a mano, imbustarla e spedirla come si faceva negli anni novanta con i "pen friend", ve li ricordate? 

Ho guardato una serie di soluzioni per arredare il mio balcone, prenderò tante piante appena sarà possibile, sperando che col pollice nero che ho non vadano incontro a morte in breve tempo.
Comincerò a comprare i fiori per i tavoli di casa, qualche quadro per ingentilire le pareti bianche e le tende.

(Mi piace il verbo ingentilire)

Mi sto dedicando ai libri arretrati, al mio libro che è quasi pronto, alla musica che non avevo tempo di ascoltare e a quella che avrei voluto ascoltare di più, sto guardando vecchi film, smaltendo la lista delle cose da vedere su Netflix, ovviamente non manca Disney+.

Vorrei tornare a viaggiare e vorrei farlo più spesso, voglio vedere Napoli e Lisbona e se sarà possibile andare in qualche isoletta sperduta. 
Vorrei tornare a Pisa che mi manca sempre, già che ci sono vorrei vedere i campi di girasoli, vorrei andare a Siena e fare un giro per cantine (cosa che non ho mai fatto negli anni vissuti in Tosana), il tutto passando per Palermo, che ve lo dico a fare.

Mi chiedo come saremo una volta usciti da casa, i soliti merdosi egoisti?

Smetteremo di avere paura dell'amore?

Troveremo il coraggio di ribaltare il tavolo e spendere bene il nostro tempo?
Ho pensato di iscrivermi a Lettere.

Lo avete capito cosa intendevo dire ogni volta che scrivevo di dare valore al vostro tempo? Di considerarlo come il più prezioso dei doni?
Avete capito perché avevo smesso di fare le cose "perché mi pare male"? 

Il sole di oggi mi fa osservare la città ovattata nel silenzio, mi mancano le mie amiche, le loro risate fragorose, i nostri abbracci, pochi ma buoni, mi manca la mia ora di tennis, e allenarmi in palestra, mi manca andare a lezione di medicina d'emergenza, mi manca andare a Roma e mi mancano i miei colleghi della scuola di medicina estetica.
Mi manca scendere da casa e andare in centro a piedi per fare l'aperitivo, salutare qualche conoscente che mi sta simpatico, e che mi piacerebbe conoscere meglio.
Mi manca andare al ristorante, sentire il profumo dei manicaretti cucinati dagli chef, le risate dei tavoli vicini, la musica ambient di sottofondo.
Mi manca il profumo del mare.

C'è odore di soffritto, chissà che cosa cucina la mia vicina che ha interrotto la mia lezione di yoga stamattina per raccontare da balcone a balcone la ricetta delle arancine.

Ho conosciuto il silenzio
delle stelle e del mare,
il silenzio dei boschi prima che
sorga il vento di primavera.
Il silenzio di un grande amore,
il silenzio di una profonda pace dell’anima
Il silenzio tra padre e figlio
e il silenzio dei vecchi carichi di saggezza
(Edgar Lee Masters)


mercoledì 1 aprile 2020

Le mani devono amare.

E' arrivato il primo giorno di aprile, mi alzo, quest'anno lo scherzo lo hanno architettato bene. 
Fuori c'è un silenzio che ovatta da giorni tutti noi, le nostre città, io comincio ad abituarmici. La casa si sveglia piano, odore di caffè, mi alzo e lentamente mi trascino in cucina, mi fanno male le gambe "un avia chiffari" mi dico tra me e me pensando agli squat fatti due giorni fa e che si fanno ancora sentire.
Ho finito di revisionare la terza stesura del mio libro, dovrei rivedere il narratore, ed ancora non sono riuscita a dare bene voce ai miei pensieri, non mi riesco a concentrare.
Ho avuto tempo per pensare che forse dovrei inseguire il sogno di lettere, così a tmpo perso. Che in fondo la medicina non si offende se riprendo i libri in mano per diletto.

In questi giorni mi sono capitate tra le mani delle vecchie , vecchissime e-mail, di quasi dieci anni fa.
In quelle e-mail è raccontata la fine di un amore, in quelle righe scritte da me e da quello che era stato per 5 anni il mio fidanzato, righe accorate piene di dolore, e anche di risentimento, scritte dopo l'ennesima lite al telefono.

Poi ieri quella notizia mentre seguivo una lezione on-line del corso che mi farà diventare medico del 118, Lorena è morta strangolata dal suo fidanzato, anzi dal suo compagno.
Mi sono sentita subito angosciata, anche se non la conoscevo.

Io l'amore l'ho provato, e l'ho ricevuto e anche quando amore non ce n'era più non mi sono mai sentita in pericolo. 
Quando la ami una persona, puoi (forse, a volte) alzare la voce, io una volta ho spezzato in due un cellulare, nella mia rabbia solitaria. Ho pianto per i 4 giorni successivi.
Capita di litigare, è capitato anche a me, ma nemmeno nel momento più stressante di una lite mi sono sentita in pericolo. 
E ora che ripenso alla mia storia d'amore,  finita da tanto tempo, penso a Giacomo come un uomo gentile e sorridente,  quando ci siamo lasciati avevamo la stessa età di Lorena. Non ricordo le sue mani impegnate a fare qualcosa che potesse nuocermi, erano sempre intrecciate alle mie o impegnate in un abbraccio.
Quelle mani mi hanno stretta quando avevo paura, accarezzata quando mi sentivo sola, mi hanno fatto il solletico quando giocavamo, mi hanno spalmato la crema solare quando ci concedevamo delle giornate al mare, hanno rollato sigarette di tabacco che profumavano di Mon Cherie e che non fumo più, abbiamo usato le mani per impastare, cucinare. Quelle mani stappavano bottiglie di vino, che bevevamo insieme. Le tue mani mi hanno fatto fare delle piroette quando andavamo a ballare. Le mani di Giacomo me le ricordo impegnate a lavorare, le mani me le ricordo impegnate ad amare anche ora a distanza di dieci anni da quell'amore.

Penso a Lorena a casa con il suo assassino e con penso alle mani del suo aguzzino che si prendevano cura degli altri e non si sono prese cura di lei, mi sono chiesta chissà se Lorena si sentiva in pericolo, chissà se ha sofferto, chissà se aveva paura, chissà se poteva essere aiutata, se poteva essere aiutato lui, chissà se questa tragedia poteva essere evitata.

Denunciate, ma prima di arrivare a questo, lasciateli se vi urlano contro, non li dovete fare arrivare a mettervi nemmeno un dito addosso.

Prendetevi cura di voi.

Non voglio cadere nella retorica banale, non voglio fare lezioni a nessuno, ma l'amore io lo conosco e vi posso garantire, che le mani devono fare proprio quello che vi ho raccontato e niente altro.

Niente sconti di pena, niente incapacità di intendere e di volere per il tuo assassino, perché io non ci credo che pure nella follia si possa arrivare ad ammazzare chi ami, se succede è perché sei un assassino che ha saputo mettere la maschera dell'essere umano , nascondendo quella della bestia.

Ciao Collega, 
che questo ultimo viaggio ti sia lieve.

”Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci.

La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima.

Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato.”