martedì 18 ottobre 2016

Chi vuol star sano, dal medico stia lontano.

C'era una volta una studentessa universitaria, e adesso non c'è più.
Già, perché dopo anni di piagnistei, crisi isteriche, momenti di sconforto di quelli che ti fanno dire io non ce la faro mai... mi sono laureata anche Io.


Ho una valigia enorme piena di ricordi dei miei anni universitari, legata a due città Pisa prima e Palermo poi,legata a tutti gli incontri che ho fatto nei tanti anni di studio (me la sono presa comoda per dirla tutta), di gente che mi è passata accanto per poco e di persone invece che ci sono state e ci sono tutt'ora che non sono più solo colleghi o amici, ma sono diventati a tutti gli effetti la mia famiglia.
Nel vortice di date di consegna della tesi, preparativi, già perchè organizzare una festa di laurea è una specie di operazione militare, ristorante, confetti , vestito e parrucchiere, eccetera eccetera... e ansie ( che chi mi conosce sa che erano pochissime) mi sono dimenticata di fare i ringraziamenti, dovuti, a chi mi ha accompagnato nel mio percorso.
 Mi sono laureata a luglio il 27 per la precisione con un caldo che voi non avete idea, caldo amplificato dalla mia emozione esagerata, come un'adolescente degli anni novanta al concerto dei Take That, per farvi capire, prima di lasciarmi andare ai ringraziamenti ufficiali mi sono presa qualche mese di riflessione,lo so, ma ci ho messo un pò a realizzare che avevo messo il primo mattoncino per costruire la mia nuova vita, ho scelto di farlo oggi perché oggi non è un giorno come tanti oggi è una giornata particolare, per la prima volta mi sveglio in una nuova casa a Palermo, da Dottoressa.
Spalancare la finestra della mia camera oggi mi ha offerto una vista bellissima su Monte Pellegrino, nel nuovo panorama c'è tutta la speranza e l'aspettativa e l'attesa della nuova vita, la consapevolezza che se imparerò ad aver cura di me sarà il primo passo per prendermi cura degli altri.

Quindi un grazie a Mimma e Paolo, i miei genitori (per chi non lo sapesse) che tra un esame e l'altro non mi hanno mai negato il loro conforto, anche quando mi madre mia ricordava che "ci sono un sacco di scale da lavare" e sotto la minaccia dei lavori forzati e la proiezione nitida di me con una pinza in testa e i capelli con tinte improponibili, con tre dita di ricrescita mentre lavo le scale di un rione qualsiasi della mia città, cantando a squarciagola Gigi D'alessio, idolo delle casalinghe, mi ha dato la forza per andare avanti e avere dei capelli pur sempre improponibili, ma senza pinza e sopratutto mi ha assicurato un vita senza Gigi D'Alessio. E mio padre che tra una cosa e l'altra mi ha dato l'ispirazione per la tesi, che in fondo era totalmente dedicata a lui, che il giorno della mia laurea era più emozionato di me e il suo abbraccio me lo porterò sempre nel cuore.
Poi vediamo chi c'è, Federica Cecilia Brì, mia sorella e mia coinquilina, lei che mi ha veramente sopportato durante le mie crisi , che sapeva che non doveva parlarmi se l'esame era imminente se non espressamente richiesto, che mi ha accompagnato in uno degli esami più terrificanti della mia vita importunando i miei colleghi perché non aveva il coraggio di starmi a guardare seduta al patibolo, già perchè ero fermamente convinta che sarei morta dopo aver dato Fisiologia, invece per vostra fortuna la profezia del Conti non si è avverata e io sono ancora viva e vegeta e anche mia sorella, nonostante il mio pessimo carattere e i miei sbalzi d'umore degni del migliore serial killer.
Poi ci sono le mie amiche Emanuela, che si è fatta tipo 1000 km per venire alla mia discussione e sentirmi sproloquiare la notte prima della laurea in preda alle paturnie sfigopendule e il giorno dopo con un aria decisamente poco distesa a disquisire di una protesi di spalla, lei che è una bravissima dottoressa commercialista avrà passato i dieci minuti più interessanti della sua vita, eppure era li, a condividere la gioia del momento più importante della mia vita. E poi Laura, che ha deciso di convolare a giuste nozze giusto due giorni dopo la mia laurea e quindi la mia ansia da laureanda e la sua da futura sposa si sono amalgamate in una miscela unica come sempre, come solo noi sappiamo fare, creando uno stress emotivo che nessun essere umano tranne me poteva sopportare, e così dal banchetto della discussione sono passata al leggio della chiesa ... e da la dichiaro dottoressa in Medicina e Chirurgia siamo passati a vi dichiaro marito e moglie in dieci piccole mosse.
E ancora Angela, Annalisa, Federico e Alessandra Jones La Spada, la mia famiglia pisana che ci sono sempre stati non facendo mai mai sentire i chilometri di distanza, troppi, e il tempo che avanzava mentre noi lo rincorrevamo.
Alba e Chiara, non ho sbagliato a parafrasare la canzone di Vasco Rossi, no sono state le mie colleghe e amiche e sorelle palermitane, i miei esempi in questi anni nonostante fossero più giovani di me, mi hanno insegnato tanto e se dovessi sentirmi male... è da loro che vorrei essere curata senza ombra di dubbio. Ai miei amichetti Agrigentini, tutti nessuno escluso.
A Tato che ha adottato me e mia sorella regalandoci il sostegno che solo un omone di quasi due metri ci poteva garantire.
Grazie a tutti quelli che hanno capito solo qualche mese fa che mi laureavo in Medicina e non in lettere, perchè mi hanno riconosciuto una qualità in più: che impagabile sensazione di soddisfazione quando nella loro espressione si tradiva qualche emozione di troppo una volta rivelato il mio titolo di studi, ebbene si, so leggere, scrivere e far di conto e a volte capisco anche perché non fai pupù tutti i giorni.
Grazie a chi in quest'ultimo anno è stato presente e partecipe alla mia vita, a chi quando mi ha telefonato per la mia ultima materia mi ha detto di aver pregato per me, anche se era ateo, che mi ha detto che era felice con me, che me lo meritavo, che "è incredibile, non ci credi nemmeno tu ma sei diventata la Dottoressa Brancato".
La medicina è la mia legittima sposa, mentre la letteratura è la mia amante: quando mi stanco di una, passo la notte con l'altra. (Anton Pavlovic Čechov)