sabato 16 settembre 2017

Si vive come si sogna, praticamente soli...o Forse no.

Non lo so, non lo so qual è la ricetta giusta per far sì che un uomo mi guardi come io guardo la pasta al forno di mia mamma nelle domeniche di dicembre. Non lo so. 

Non so fare strategie e non le ho mai fatte, in certe occasioni parlo veramente poco, eppure di cose da dire ne avrei veramente una tonnellata, ma ho sempre paura di sbagliare e se fai il ragù perfetto per la tua pasta forno e poi alla fine ci metti troppo formaggio prima di passarla sotto il grill, hai fatto la cazzata, la pasta al forno sarà una merda!

Non so perché continuo a guardare con languore un vassoio di dolci, quando so perfettamente che a me i dolci non piacciono, che poi per altro mi si buttano tutti sul culo e devo fare mille e duecento squat per smaltirli...sostanzialmente ho questa innata propensione a farmi del male.

Ma perché? Mi chiedo, ora alle 3:53 di notte, me lo chiedo in fondo chi te lo fa fare?
Me lo ripeto tante di quelle volte "ma chi te lo ha fatto fare" che a volte penso che nella mia vita il mio mantra sia questo.
Me lo ripeto cento volte, ossia tutte le volte che in palestra mi abbasso per fare sto benedetto squat che dico, stronza che non sei altro, mangia di meno invece di suicidarti con il personal trainer che ti guarda, mentre tu a fatica respiri, in un lago di sudore.
Ma chi te lo fa fare? 
Ma chi te lo fa fare?
Sapete cosa? 

Una mia paziente in una situazione più che drammatica, difficile da gestire emotivamente anche per me, mi disse "Dottorè cento jorna si campa, e un jornu si mori!" ho pensato a quella frase per giorni e giorni, non cogliendone mai veramente l'essenza, forse la capisco solo ora, che ho un sonno della miseria, cento jorna si campa e io in questi miei 100 giorni voglio vivere tutto al meglio, voglio non dire mai potevo farlo e non l'ho fatto, potevo dirlo e non l'ho detto, potevo amare e non sono stata abbastanza coraggiosa.
Voglio poter dire che non ho avuto paura di stare male, paura di soffrire, voglio poter dire che delle cose belle che mi sono state concesse non ho rinunciato a nulla, vorrei potere dire che un volta nella vita le cose non sono andate come sapevo ma come volevo.

Quando si gioca una partita a carte e si sa giocare bene, si riconosce una mano buona da una cattiva, e tante volte mi sono giocata delle pessime partite pur avendo delle carte vincenti, e ho visto vincere persone bluffando, o con delle mani non buone ma che credevano più di me in quello che stavano facendo, oggi sono io che ho una mano un pò schifosa, e so che le possibilità di vincere sono veramente millesimali, ma so che questa partita così come tutte le altre che verranno la devo giocare, perché se mi alzo dal tavolo mi sarò autoproclamata perdente, quindi decido follemente di rimanere seduta e giocare le mie carte, che tanto al massimo perderò la mia fiches, ma ne avrò ancora una in mano da giocare alla prossima mano, che chissà che non sia la mia partita fortunata.
Quindi voi fate un pò come vi pare, io ho già fatto la mia puntata.

Madame e monsieur… rien ne va plus, les jeux sont faits!” 

lunedì 11 settembre 2017

Le dame, i cavallier, l'armi, gli amori.

Bentornati,
"Agosto è ancora nei miei sensi" come cantava il buon vecchio Britti, insomma, faccio una certa fatica a mettermi sul setting autunnale, uso ancora la crema al cocco, e sudo come una pazza quando sono in palestra è evidente che sia ancora estate.
Ma veniamo a noi. 
Volevo mobilitare l'opinione pubblica per riabilitare il servizio di leva obbligatorio, la Naja, la cartolina Rosa. Per rivedere un po' di tempra, un po' di spirito di adattamento, un po' di senso di responsabilità, rispetto delle regole e anche un po' di disciplina.

L'altra sera, rientravo a casa carica come un beduino, e giusto al bar sotto casa mia, i soliti amorevoli habitué sfumazzando una sigaretta si sono limitati a guardarmi, mentre arrancando, procedevo verso il cancello, nessuno dei 4 baldi giovani che si alzasse per dirmi "Le serve una mano?", cioè almeno fatela una mezza recita.

Ora, non parliamo di cose di fantascienza come : aprire lo sportello della macchina, oppure al ristorante,entrare prima per controllare. Negli altri luoghi aprire la porta e aspettare che la donna entri. Veramente robe da Ritorno al Futuro, 2001 Odissea nello spazio. Per non parlare del baciamano. Insomma la galanteria è morta, stecchita, e con lei si è portata gli ultimi gentiluomini. Se le cose di cui sopra possono passare inosservate, o come delle minuzie, dei dettagli, un surplus, quello che invece non dovreste mai dimenticare sono le buone maniere. 

Quindi quando una donna vi dice di no, è no, non è un forse e nemmeno un perché no, quindi che siano delle avance spinte o semplicemente degli sms, smettete se non gradisce, non è una possibilità ma un imperativo. Se non la sentite da tempo, abbiate la bontà di non essere pretenziosi, e magari abbiate la buona creanza di chiedere come sta? E se ci sono le condizioni affinché possiate anche solo chiedere di prendere un caffè figuriamoci altro. E se lei vi desse un molto delicato e per bene "due di picche" non insistete, con il duplice orribile effetto "affamato" e "a tempo di guerra, ogni fontana toglie la sete" perché sembrereste veramente degli sfigati.




Se non risponde alla prima chiamata, e non vi richiama, vi rifiuta la seconda, e direi che non è il caso di insistere, se le vi dice che si è persino pentita di avervi rivolto la parola, fate un passo indietro non potete scriverle, e dopo il terzo diniego, scriverle ancora... lasciatela andare è evidente che non c'è trippa per gatti, perchè dare la conferma della vostra manifesta incapacità?
Quindi riepilogando:
- Se dice no è no
- Se vi dice che non gradisce le vostre attenzioni, e non vuole essere disturbata nemmeno con un messaggio su What's App, cancellate il numero e dimenticatevi che esista.
- Se non la vedete da un anno e sentitite da altrettanto tempo, esordite quanto meno con un come stai.
- Se dopo un anno rifiuta gentilmente i vostri inviti, non insistete e sopratutto siate eleganti nell'incassare il colpo, che il  "Se, vabbè, Cià" lo dici a tua sorella. Con il dovuto rispetto per la sorellina.
A proposito ricordatevi sempre che quello che fate alle Donne lo state facendo anche alle vostre mamme. 

Forse, quel servizio militare, vi insegnerebbe a rispettare gli ordini, ed anche quei no, che a volte sono detti con garbo altre volte urlati. Ma sono sempre dei no!

“Nessun uomo che non sia un gentiluomo nell'animo è mai stato, da che mondo è mondo, un vero gentiluomo nei modi. ”  Charles Dickens.