sabato 26 maggio 2018

Scusate il Francesismo.

Ho riletto da poco un pezzo scritto per il blog "I Trentenni" giusto un anno fa, che ripeteva come un karma "non siete voi quelle sbagliate, non siete troppo, non siete troppo poco" semplicemente non ha funzionato l'incastro chiave-serratura col bipede di turno. Ferma sul balcone osservo il placido mare siciliano di oggi, e in fondo le cose che peNsavo un anno fa non sono cambiate di molto. 


In quest'anno ho imparato a non giudicare gli altri, e non giudicare sopratutto le cose che non capisco o che io non farei..."Ma chi io? Non lo farei mai..." a volte le cose non le facciamo solo perché non ci capitano, ma trovarsele di fronte quella..."ma chi io ?! MAAAAAIII" è tutta un'altra storia. 

Se in quest'anno, io ho imparato a non farmi meraviglia di niente, e di nessuno, mi ritrovo davanti gente che invece questo vizio, quello di giudicare, mica se l'è tolto e se una cosa va male, ricordate, che può sempre andare peggio.

Vi devo dire la verità, non voglio dirlo ad alta voce, l'anno trascorso da quell'articolo, è stato veramente una figata pazzesca, ho trovato le briciole che avevo lasciato per non perdermi come Pollicino e passo dopo passo ho visto anche il sentiero che avevo abbandonato. Camminando ho incontrato tanta gente, quasi tutta interessante, molti degli interessanti casi di studio ad onor del vero. Tra questi anche qualche caso umano, che io attiro puntuale come un orologio svizzero. 

Da quelli bloccati, a quelli che invece sono anche troppo sbloccati per cui davvero porre dei freni al loro viscido e sfrontato corteggiamento è come andare incontro ad una slavina armata di palette e secchiello, a quello che in assoluto mi ha colpita di più in quanto ad originalità: 
un sorriso bellissimo, interessante, che dice io ti voglio conoscere, che sfodera tutto il suo fascino da charmant, che ti racconta davvero tantissime cose, con cui parli bene, che non ti fa annoiare, attento e galante, insomma vah, lo osservavo per capire dove stava nascosto il barbatrucco.

E niente mica lo trovavo! Ma ad una ad una si rivelano le stelle e...squillino le trombe e rullino i tamburi: una parolaccia mi è valsa l'eradicazione dal genere femminile. 
Il mio sottolineare (ipse dixit) il fatto di essere indipendente ha fatto il resto.

Ho riso un sacco, quando ho sentito il motivo dell'ennesima scomparsa, e ovviamente ho smesso di aspettare Godot, per cui, una stretta di mano e amici come prima. 
Però ci pensate che siamo nel 2018 e c'è ancora gente a cui fa strano vedere una donna indipendente? E che in un contesto assolutamente goliardico fa una battuta forse un pò pecoreccia ma niente che possa essere inserito nell'elenco delle battute che potessero avermi fatto guadagnare le porte degli inferi con accesso libero e consumazione free insomma. 
Io forse mi rendo conto di essere un pò una pagliaccia, mi piace ridere di me, e forse il mio buttarla sempre in caciara mi può rendere forse meno gatta di altre donne, però ecco "fimmina, mi sento".

Insomma quel ditino puntato contro mi ha fatto davvero divertire, e dopo uno sguardo quasi compassionevole, perchè stavolta avrei voluto dirlo "guarda, mi spiace, il problema non sei tu sono io" che proprio non me l'accollo.
Ho fatto spallucce sorriso, e dopo aver detto compermesso sono rientrata a casa e alle mie amiche ho detto: "Mi hanno veramente scartavetrato i cogxxxni!" 
SCUSATE IL FRANCESISMO!

Alla prossima,
Monica.

La femminilità piace agli uomini perché permette loro di apparire per contrasto più virili. 
Susan Brownmiller, Femminilità, 1984

martedì 15 maggio 2018

Piccole Donne

MilleOttocentoOttanta, quattro sorelle, molto diverse tra di loro, Josephine March, detta "Jo", scrittrice, sognatrice, ribelle estremante indipendente è la protagonista indiscussa del romanzo di M.L. Alcott  "Piccole Donne".



E' uno dei primi libri che ho letto e ho adorato il temperamento di Jo, forse non è un caso che io scriva, ho amato il suo essere cosi tremendamente fuori dai cliché, il suo essere in grado di cavarsela sempre da sola, non disdegnando l'aiuto dei suoi cari, una piccola donna estremamente coriacea ma nell'essenza estremamente fragile, ma questo era un aspetto che non tutti riuscivano a cogliere, una come Jo doveva suscitare proprio scandalo, una piccola donna che ha rifiutato ben due proposte di matrimonio, aspettando il grande amore, una piccola donna che ha fatto del proprio talento una valvola di sfogo per tutto ciò che avrebbe voluto dire e non poteva, una piccola donna che alla fine pagava lo scotto della sua diversità, delle sue fragilità, del suo essere solitaria ma estremamente attenta agli altri, uno dei passaggi più belli del libro è quello in cui Jo taglia i suoi lunghi capelli per venderli e racimolare qualche soldo per la sua famiglia, lascia quello che poteva essere il suo grande amore per accudire la sorella ammalata, lei la piccola grande Jo così delicata alla fine diventa la spina dorsale della famiglia March.
Parliamo di un romanzo scritto nella seconda metà dell'ottocento, periodo in cui a malapena le donne potevano avere accesso agli studi, figuriamoci tutto il resto. 
Ma oggi? Che fine fanno quelle come Jo?
Io sono cresciuta nel mito di questo personaggio che alla fine insegue i suoi sogni riesce a realizzarli, trova l'amore ma quello vero con la A maiuscola, che la accompagnerà nelle sue avventure senza chiederle di essere altro da sé, che la ama per com'è con capelli acconciati male e il suo fare da maschiaccio.
Nel 2018 non è ancora tempo per quelle come Jo, che lavorano, che fanno un lavoro che amano, che si mostrano per come sono e non per come gli altri vorrebbero che fossero. Per un certo periodo mi sono fatta convinta del fatto che tutto dipendesse dall'età, dall'immaturità, mia e di chi avevo di fronte, poi ho pensato che per stare accanto alle Jo del nuovo millennio ci volesse solo un pò di "cultura" in più, che ci volessero gli uomini fuori da quelli che sono gli schemi mentali del provincialismo, poi ho pensato che ci volesse solo un pò di coraggio ad avere accanto una persona che avesse qualcosa da dire, ma mica più di tanto, leggermente con più iniziativa di un comodino con sopra un' abat-jour.
Oggi penso che il 2018 ancora non è pronto ad accogliere le donne coraggiose come Jo.
Si discute ancora di aborto, di quote rosa, di stupri giustificati dalle minigonne, di emancipazione femminile, di libertà sessuale, di "ma come parli non sta bene ad una donna...", allora forse questo 2018 non è poi cosi lontano da quel 1880 in cui una come Jo faceva scandalo, e purtroppo o per fortuna fa scandalo ancora oggi.



Siate voi stesse anche se questo volesse dire avere troppo spazio e nessuno con cui condividerlo.
Siete più che una donnina di casa, siete di più che una progettata per fare la moglie e l'incubatrice, siete di più di un comodino con sopra un'abat-jour, allora mostratevi per quello che siete, essere delle donne decise, che sanno ciò che vogliono, che non vogliono rinunciare al proprio lavoro, alle proprie passioni non fa di voi delle donne peggiori, delle future mogli meno abili o delle madri snaturate.
Essere libere non vi rende meno donne.

BallaFemmina come la terraFemmina come la guerraFemmina come la paceFemmina come la croceFemmina come la voceFemmina come saiFemmina come puoiFemmina come la sorteFemmina come la morteFemmina come la vitaFemmina come l'entrataFemmina come l'uscitaFemmina come le carteFemmina come saiFemmina come puoi