mercoledì 4 settembre 2019

Rosa di Settembre.

L'estate sta per finire, e io a settembre ritrovo sempre un pò la voglia di scrivere, qualche tempo fa scrivevo i resoconti delle mie mirabolanti avventure, perché di solito le estati mi travolgevano con la schiuma di mare, i concerti in spiaggia, le serate a ballare fino all'amba con gli amici, che se ti andava bene conoscevi il tizio che poi dopo qualche giorno ripartiva e allora partiva lo struggimento da fine di un amore, ma niente che qualche tuffo da un pedalò, per i più fortunati un gommoncino non risolvessero.
Adesso scrivo perché finalmente sono sul mio balcone di fronte al mare, il cielo si è tinto di rosa, a breve inizieranno i tramonti più belli dell'anno.
Ho lavorato, ho fatto praticamente solo quello tutta l'estate, se solo avessi tentato l'ing
resso ad una qualche forma di serata oltre le 00.00 penso che con una certa tranquillità mi sarei addormentata su qualche divanetto.
Ho vissuto da lontano gli amori degli altri, alcuni sani e belli si coroneranno a Settembre, altri invece non arriveranno a mangiare nemmeno il panettone, e non mi meraviglio del repertorio di miseria umana che mostrate sempre, ma sempre ah.

Più di prima ho capito che non devo e non voglio accontentarmi, so quello che non voglio e questo è un grosso passo avanti, a volte so anche quello che voglio che è quasi un miracolo.
Oggi nonostante una sindrome premestruale devastante, ho pensato che mi piaccio, che più passano gli anni e più mi rendo conto che mi sono torturata per avere un'immagine che allo specchio mi schiacciasse l'occhio, quando invece avrei dovuto ammiccare direttamente io. Ho smesso di chiedermi cosa vedranno gli altri di me? Ho cominciato a chiedermi cosa voglio che gli altri vedano di me, e provo a dare il meglio di me, anche con chi non lo merita.

Questo settembre mi ha ricordato che negli ultimi mesi mi sono arrabbiata solo una volta per una cosa di lavoro, direi che si fanno progressi.

Casa mia è quasi completa, devo trovare solo il coraggio di fare l'ultimo acquisto Ikea e polverizzare mezzo stipendio. All'inizio del prossimo mese inizierà questa nuova avventure e non ci crederete mai, ma la cosa mi comporta una certa quota d'ansia.
L'ansia legata a doppia mandata con l'incertezza sul mio domani lavorativo, provo e lotto sempre per rimanere qui, ma certe volte mi scoraggio fortemente, quale futuro mi potrà mai offrire questa terra? Ma finche c'è vita c'è speranza, quindi continuo a lottare poi si vedrà.

In questi giorni sono stata obbligata a fare i conti con la fragilità dell'uomo, sei medico, non sarà una cosa straordinaria, no?!
In effetti non è una cosa che mi capita così di rado, ma quando ti tocca da vicino cambia tutto, ho un grande problema, non sono molto brava a dire le cose che penso, e sempre di più mi pento di non dire abbastanza ti voglio bene, l'ho pensato tanto in questi giorni, in cui ho visto il mio supereroe personale, una delle persone più ironiche che conosca diventare piccolo piccolo e smarrito, ho pensato chissà se sa quanto gli voglio bene, quanto gliene vorrò sempre, quanto mi ha insegnato e che non sopporto il rumore che fa quando mangia, che con i suoi racconti ho vissuto degli eventi storici che hanno segnato per sempre il posto in cui vivo, che per fortuna ieri mi hai detto con voce tonante "Monicù, bella me!!!" e sapi chi mi parsi sentire quella voce piena non flebile come nei giorni passati che quasi non parlavi, che di sicuro non mi riconoscevi. Allora ecco, il romanticismo spolveriamolo, l'affetto dimostriamolo che magari poi ce ne pentiamo, e certi treni non tornano più, non ripassano, tranne questo mio, solo perchè il mio super eroe guidava la circolare che si sa in ritardo ma passa sempre, e lui qualche giro lo deve ancora fare, qualche battuta ancora.




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