domenica 17 maggio 2015

Bisogni e Sogni.

Sabato pomeriggio, che fare? Il tempo è incerto, quasi quasi faccio un giro. 
Raggiungo il centro provo a mantenere la calma e il decoro, in mezzo al traffico selvaggio, posteggio in centro, e puntualmente mi viene impedito di fare il ticket in una delle postazioni per acquistare le park card, adiacenti al posteggio, perché c'è questo pizzo regolarizzato da pagare all'abusivo di turno. Per l'ennesima volta faccio spallucce e visto che temo per l'incolumità mia e della macchina pago e vado via arrabbiata; sapendo di aver sbagliato, dovrei essere più coraggiosa , mi arrabbio anche con me stessa. Comincio a passeggiare in quello che è stato definito da molti  "il salotto buono" della città, insomma , come salotto mi pare un po' scassato, mi vengono in mente quei salotti "fantozziani",con i divani con la tappezzeria a fiori consumata, continuo a passeggiare ovviamente evitando accuratamente le buche e i sampietrini dissestati, vorrei stare col naso all'insù per godere della bellezza del tufo di quel giallo avvolgente e rassicurante, scorci che conservano ancora una rara bellezza ,  bellezza sopraffatta dalla cementificazione scriteriata delle periferie e non solo. Niente  naso per aria, rischio di incastrare il mio tacco 12  e ruzzolare per terra e con la fortuna che ho cadrei sicuramente su una delle cacche che i cagnolini e le bestie che le tengono al guinzaglio non raccolgono mai, eppure anche per questo delle norme ci sarebbero, ma non vengono rispettate, probabilmente i miei concittadini devono conoscere bene Oscar Wilde che sosteneva:
"Lasciare tracce vistose dei propri “peccati”, godendo più nel rendere evidenti le trasgressioni che nell’atto stesso del trasgredire."
Francamente mi sorge il dubbio che , Wilde non abbia nessuna colpa,che se facessi un sondaggio tra i passanti ben vestiti , forse qualcuno che lo conosce c'è , e per questo ringraziamo tanto i bigliettini all'interno dei "Baci perugina" per la divulgazione letteraria .
Che amarezza, se penso,che vivo nella città che ha dato i natali a Pirandello, e ora di pirandelliano ci sono rimaste le maschere, e una stropicciata rassegna teatrale e il Teatro a lui dedicato.
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/stati-d-animo/frase-233250?f=a:598>



Entro nella chiesa del purgatorio , che meraviglia, scatto qualche foto, un paio di post su Instagram, un mare di like, perché altrove riconoscono la bellezza, noi che ce l'abbiamo sotto il naso non più. I cittadini e gli amministratori della città mi sembrano tanto dei mariti annoiati e svogliati, che hanno sposato Agrigento e se ne sono lentamente disinnamorati, ci vorrebbe un po' di brio, di novità, di giovani che sappiano guardarla ancora come se fosse il primo appuntamento, quando tutto ti sembra nuovo, bello, emozionante. Se non un nuovo fidanzato, un amante, magari. Mah, certo che siamo strani, ci spostiamo fuori passeggiamo nella altre città che non hanno la nostra storia, le nostre bellezze, e torniamo ad Agrigento pregni e soddisfatti perché ci sentiamo sofisticati nel fare l'aperitivo seduti a 15-20 km da casa nostra, eppure lo si potrebbe fare anche qui ed essere dei pionieri dell'happy hour, perché questo siamo, un popolo devoto all'aperitivo, al "Compà chi ti pigli" , quelli che pagano 2 euro di "chupiti" al bar con la carta di credito, ma sorvoliamo.



Osservo un bel cerchio di pance e gente forse un po' annoiata, lo si capisce dalla postura acquisita dopo anni di esperienza sulle poltrone belle morbide alle quali si sono abituati, e quasi credono gli siano dovute , fatta eccezione per un paio di persone , sento discorsi da lancio di uova e non per il contenuto bello, ben proposto , ma poi vedi chi è che parla e pensi sorridendo amaramente , ma proprio tu? ma dico, dove sei stato???



... Quando tu riesci a non aver più un ideale, perché osservando la vita sembra un enorme pupazzata, senza nesso, senza spiegazione mai; quando tu non hai più un sentimento, perché sei riuscito a non stimare, a non curare più gli uomini e le cose, e ti manca perciò l'abitudine, che non trovi, e l'occupazione, che sdegni - quando tu, in una parola, vivrai senza la vita, penserai senza un pensiero, sentirai senza cuore - allora tu non saprai che fare: sarai un viandante senza casa, un uccello senza nido. Io sono così.Luigi Pirandello

Non proprio l'ultimo degli scemi...





Guardo quell'elegante parterre e penso, certo che ce ne vuole di faccia tosta, ma poi guardo meglio riconosco un paio di volti , di quelli belli,puliti, di quelli visionari, che hanno un turbinio di idee in testa,mi riferisco a Beniamino Biondi che di amore per Agrigento ne ha dimostrato, in quel centro storico maltrattato e dimenticato, sono i giovani che sono tornati e  che sono rimasti, che lottano contro i famosi mulini a vento, e ora qualcuno si è accorto di loro, e gli sta dando lo spazio che si meritano, il caso anomalo di una persona competente in un posto di competenza, che straordinaria follia, e chi le ha mai viste queste cose, se non sei amico di , parente di , cumpari di...
Esco fuori prendo una boccata d'aria, penso alla bellezza della mia città, di quanto sacrificio e abnegazione ci vogliano per amarla, perché chiaramente il pacchetto Agrigento comprende i suoi abitanti e nelle loro stramberie, io in fondo li trovo divertenti , ma mi piacerebbe si prendessero più sul serio, che provassero per una volta ad alzare la testa ribellandosi e risvegliandosi da questo torpore delle intelligenze e letargo decennale delle coscienze. Mi giro incrocio degli occhi verdi o grigi? comunque, meravigliosi, vorrei vedere brillare quegli occhi, come li ho visti tante volte  quando si parlava al bar di progetti realizzati, risultati raggiunti e opere in cantiere, invece vedo delusione , e credetemi, questi occhi, gli occhi dei giovani agrigentini non si meritano altro che la luce , di non spegnere la passione che hanno, quegli occhi sono un urlo a non dimenticarci che cosa è questa città e che forse ci meritiamo qualcosa di meglio, per noi e per chi verrà dopo di noi, perché per i cambiamenti ci vuole tempo ma da qualche parte si deve pur cominciare, d'altronde, nemmeno Roma è stata costruita in un giorno.
Continuo la mia passeggiata fino a piazza Pirandello , il municipio con quei rampicanti sulla facciata, le luci calde, la pioggia che arriva alla fine delle chiacchiere pomeridiane , quasi provvidenziale , manzoniana, forse a voler simbolicamente ripulire e far scivolare via un po' di sporcizia, cammino ancora un po', e mi viene in mente una citazione di Peppino Impastato :
"Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore ".



Arrivo alla macchina, il posteggiatore non c'è più, le strade sono deserte, abbasso il finestrino l'odore di umidiltà... spengo la radio, ascolto i rumori di Girgenti, torno a casa piena di speranze , che forse le cose possano cambiare.











Nessun commento:

Posta un commento